Seppi, che delusione A Umago esce subito sconfitto da Sousa

UMAGO. Da testa di serie numero 3 era entrato in gara al secondo turno. Ma è anche subito uscito. Umago amara per Andreas Seppi, sconfitto ieri sera ai Croazia Open dal portoghese Joao Sousa (numero...

UMAGO. Da testa di serie numero 3 era entrato in gara al secondo turno. Ma è anche subito uscito.

Umago amara per Andreas Seppi, sconfitto ieri sera ai Croazia Open dal portoghese Joao Sousa (numero 52 al mondo: l’altoatesino è invece il 24.mo del ranking) per 6-2 6-2 in un’ora e 7 minuti. Seppi non è mai entrato in partita, dominato dal maggior atletismo dell’avversario. Per tutta l’ora e poco più di gioco, l’altoatesino non ha mai dato l’impressione di poter ribaltare una situazione fattasi pesante sin dai primissimi scambi, forse pagando più di quanto poteva attendersi il gran caldo che inevitabilmente sta condizionando questa edizione dei Croazia Open.

E dire che Seppi era giunto a Umago carico di aspettative: «Sì, qui a Umago mi sono sempre trovato bene» aveva infatti confidato Andreas alla vigilia del match, tra un allenamento e l’altro. Già, però, aveva intuito che queste temperature potevano essere un avversario molto pericoloso: «Per il caldo si può fare poco, solo un buon mix tra acqua e integratori salini, ma niente di più» aveva ammesso. Aggiungendo: «Chiaramente giocare con questo caldo non è facile: solo al torneo di Miami forse si soffre di più!»

Ma anche il fondo di gioco lo preoccupava: «Se è vero che qua a Umago i campi sono molto curati e l'organizzazione e l'ambiente sono ottimi, è comunque sempre difficile il salto stagionale dall'erba, che peraltro preferisco come superficie, alla terra». Un campanello d’allarme, detto da lui che è entrato nella storia del tennis nazionale per essere stato il primo italiano a vincere su tutte e tre le superfici (erba, terra e cemento) almeno un torneo Atp.

E tra uno scambio e l’altro in attesa di quella che poi si sarebbe rivelata con una sfortunata partita, il dialogo con Seppi era poi spaziato dal famoso match ufficiale vinto su Federer («rimane un ricordo speciale, una grande soddisfazione contenuta in pochi minuti ma che durerà per sempre») al tema degli avversari (sottolineando la crescita delle scuole ceka e croata), fino a una domandina personale sulla sua fidanzata Michela: «Stiamo molto bene assieme ma purtroppo tra i suoi studi e i miei impegni sportivi non riusciamo a vederci molto: comunque appena può mi segue volentieri».

Peccato poi, sul campo, un’uscita di scena così repentina dai Croazia Open.

Franco Debernardi

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