Sgommata di Bennett a casa Ferrari

INVIATO A IMOLA. Altro che due tappe tranquille in vista del totem Zoncolan, altro che big in carrozza fino alla scontatissima volata. Anche la tappa di Imola ha dimostrato che il Giro d’Italia è un “tagadà” impazzito ed è bene tenere sempre allacciate le cinture di sicurezza. Ricordate la giostra “traditrice” dei luna park?
Hanno rischiato grosso ieri due pesci grossi della classifica, Domenico Pozzovivo (Bahrain) e Richard Carapaz (Movistar). Perché quando, a 35 km dall’arrivo, il gruppo, per la seconda volta, è stato investito da un violento nubifragio, i due uomini di classifica sono stati sorpresi nel secondo troncone. Nel ciclismo non c’è l’impraticabilità di campo, bisogna stringere i denti e pedalare. Per fortuna il pericolo i due l’hanno scampato al primo passaggio sul traguardo all’autodromo di Imola.
Usciti dall’autodromo, da 12 anni ormai orfano della Formula Uno, ma casa per eccellenza della Ferrari, la corsa si è infiammata. Primo scatto di Tim Wellens (Lotto). Ripreso.
Sotto la pioggia battente sulla salita del circuito dei “Tre monti”, quello dell’assolo mondiale di Adorni di mezzo secolo fa, ci ha provato quindi Diego Ulissi (Uae). Poi è toccato a Carlos Alberto Betancur (Movistar). Su di loro si è buttato a capofitto Matej Mohoric (Bahrain), il vincitore a Gualdo Tadino. È forte lo sloveno, il suo motore ha cavalli da vendere. In discesa si toglieva letteralmente di ruota il colombiano. Solo a 500 metri dall’arrivo ha dovuto desistere fagocitato dal gruppo non prima di aver mandato a quel paese il colombiano reo di non avergli dato un cambio.
Volata? Macché, sgasata impressionante di Sam Bennett (alla Vettel o Raikkonen, visto il contesto puntiamo sulle Rosse) che dopo Praia a Mare fa il bis vincendo per distacco. Ventidue secondi di volata dai 450 metri al traguardo, impressionante. Subito dopo il traguardo c’è la (splendida) fidanzata che lo aspetta e lo bacia reggendo un ombrello color ciclamino. Sì, Elia Viviani (Quick-step) tagliato fuori dalla volata, deve guardarsi dall’irlandese per la maglia a punti. La classifica ora recita 184 a 162.
Quella generale continua a parlare inglese: Simon Yates (Mitchelton) in rosa, Tom Dumoulin (Sunweb) a 47”, Thibaut Pinot (Groupama) a 1’04”. Lo farà anche oggi, salvo cataclismi, nella tappa di Nervesa della Battaglia dove la volata a due passi dal Piave, cent’anni fa cuore della Vittoria nella Grande Guerra, è scontata. La maglia rosa sta bene. Quando Carapaz e Rohan Dennis (Bmc) hanno allungato sulla salitella del circuito finale, la maglia rosa è stata lestissima a riportarsi sotto.
Arriva in sala stampa mangiando pasta. È sicuro di sè: «In montagna nel fine settimana farà brutto tempo? Ho un buon equipaggiamento, sono fiducioso perché sto bene. Chiaro, la pioggia aumenta le insidie, ma io sono pronto». Gli chiediamo se nella testa ha un numerino magico, vale a dire il vantaggio su Dumoulin domenica sera per dormire sonni tranquilli nella cronometro. «Non lo so – spiega – Ci sono davanti due tappe dure e che io punto a guadagnare più terreno possibile sui miei rivali». La giovane addetta stampa freme. Lui: «Grazie», unica concessione all’italiano.
Il cielo non promette nulla di buono per il fine settimana a Nord Est: freddo e pioggia. Altra musica rispetto ai trenta e passa gradi d’Israele. E in Carnia non ci sarà solo la salita più dura d’Europa ma altri tre colli impegnativi. E con la pioggia le discese rischiano di fare male più delle salite.
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