Trent’anni fa la Triestina di De Falco e Ascagni in B

TRIESTE. Sono passati 30 anni. Il presidente Del Sabato aveva mollato tutto perché si sentiva solo a portare il peso della società, ma proprio quel campionato avrebbe significato la rinascita della Triestina, quella dei Rocco, Valcareggi, Trevisan, Pasinati e Colaussi. Il campionato 1982-83 era nato male, con l’abbandono del presidente Del Sabato. Alla testa della società s’era messo di buzzo buono Franco Paticchio, commercialista di vaglia, che s’era impegnato allo stremo per dar seguito alle ambizioni della società e del pubblico. La squadra era allenata da Adriano Buffoni, guidata dalla scrivania dal duo Piedimonte- Marchetti. La rosa scozzonata dai tecnici era senz’altro di prim’ordine e lo dimostrerà lungo il campionato. L’incognita era la struttura societaria, venuta a mancare per la defezione del presidente Del Sabato, che aveva allestito un gruppo senz’altro di prim’ordine, ma poi se n’era andato, lasciando la guida all’amministratore Franco Paticchio, oculato uomo di mondo e capace di tessere una tela difficile e con pochi denari. Tanto che aveva organizzato un paio di raccolte-fondi per far pronte alle spese del campionato sempre condotto al vertice.
Detto della cornice societaria, bisogna parlare dei giocatori e dello spettacolo che quella Triestina sapeva offrire sul campo del vecchio Grezar. L’allenatore Buffoni aveva a disposizione giocatori di personalità e di doti tecniche senz’altro all’altezza del compito. In porta Nieri offriva garanzie e rese al di sopra delle aspettative; in difesa Trevisan e Mascheroni formavano il baluardo centrale dove andavano a cozzare gli attacchi avversari; a centrocampo Tolfo, Pedrazzini, Ruffini offrivano rendimento elevato e lasciavano spazio alla fantasia e alle eccelse doti tecniche del fantasioso Tiziano Ascagni, uomo a tutto campo e degno di calcare campi più prestigiosi, ma dalla personalità incostante, punta effettiva l’irrefrenabile Franco De Falco, autore di 26 reti in campionato, frutto della sua agilità e furbizia sotto porta ma servito spesso dalle sontuose giocate di Ascagni. In pratica, bastava dare il pallone ad Ascagni e seguirlo nelle sue invenzioni. Dietro però Buffoni aveva costruito una solida diga di centrocampisti, capaci di sacrificarsi in copertura con licenze non troppo numerose di buttarsi in avanti.
Le noie societarie erano attutite dall’andamento favorevole del campionato, ci furono anche un paio di collette che i tifosi onorarono generosamente pur di non compromettere la cavalcata di Buffoni e dei suoi ragazzi. Il pubblico dello stadio Grezar apprezzava le folate degli alabardati in avanti e ammiravano la solidità difensiva. Costantini e Pasciullo si stavano affermando, la regia di Leonarduzzi era sempre precisa; in attacco i problemi li avevano gli avversari con il duo Ascagni-De Falco. Insomma il cammino degli alabardati filava che era un piacere.
Il problema era la struttura societaria, lasciata da Del Sabato. Il sindaco Cecovini aveva convocato un gruppo di imprenditori e li aveva invitati a farsi carico della società alabardata. Alla testa degli imprenditori s’era messo Raffaele De Riù, titolare della Fissan, aiutato dagli altri. Il gruppo s’era impegnato a darsi una struttura adatta a gestire una squadra che si stava avviando alla promozione e alla categoria dei professionisti. Ma il gruppo voleva aspettare la fine del campionato per farsi carico ufficialmente della gestione della società. La cavalcata alabardata era stata trionfale, a quattro turni dalla conclusione, la Triestina era praticamente promossa e si era affermato anche un talento che era finito nel mirino della Roma di Liedholm, Falcao e Pruzzo: Mark Strukelj, autore di gol e giocate di gran classe. Strukelj sarebbe finito nella capitale a fine campionato dove ebbe una carriera purtroppo breve a causa di noie fisiche.
La Triestina dal canto suo vinse il campionato con 4 punti sul Padova, entrò nel mondo dei professionisti dove si comportò con onore finchè lo scandalo delle scommesse non buttò all’aria l’ordine dei campionati. Ma questo finale piuttosto triste sarebbe capitato alcuni campionati più tardi.
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