Tributo allo Jadran e al basket balcanico

TRIESTE. Lo sport che costeggia o che abita a Trieste diventa un pretesto di celebrazione, trasformandosi in un omaggio al basket che conta, affiancandosi così al ritorno in città della Nazionale italiana e dell'imminente quadrangolare con Serbia, Canada e Bosnia. È stato questo l’incontro promosso dalla FIP regionale sul tema "Trieste e il basket balcanico: dalla grande Jugoslavia allo Jadran in serie B", una serata caratterizzata non solo dalle rievocazioni e dalle cartoline vintage, quelle disegnate dall'enciclopedico giornalista Sergio Tavcar, quanto da un debito tributo allo Jadran, che ha rafforzato la sua veste di seconda realtà cittadina con il salto nel campionato di DnB. Si configura così l'avventura dei plavi, una svolta iniziata lo scorso anno tra le ombre delle incertezze economiche e poi tramutatasi in una marcia storica con il tecnico Andrea Mura.
Una sorta di rimpatriata, quella avvenuta al Campo Primo Maggio, colorata dalla presenza di giocatori, dal vertice della Fip Fvg, Giovanni Adami, da alcuni artefici del progetto Jadran, tra cui il coach Mura e il Ds Marko Ban, senza contare un ex come Edy Krauss, attuale assessore comunale al commercio e turismo, ma che pochi ricordano in veste di giocatore e poi di presidente della società carsolina. Un piccolo Jadran Day insomma, dai contenuti ben riassunti sulla targa celebrativa donata allo staff dei plavi: “Serietà, lavoro, silenzio, tanti giovani. Mai un lamento. Questo è lo Jadran".
Francesco Cardella
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