Triestina Calcio, col Caldiero una battaglia di nervi
Il match del Berti ha evidenziato come l’aspetto mentale sia determinante negli spareggi salvezza: da lodare soprattutto la reazione dell’Unione all’inferiorità numerica

È una tale sofferenza per i tifosi vedere la loro Unione giocarsi una salvezza in C ai playout, da giustificare la delusione per il nulla di fatto di Caldiero. Tutti avrebbero voluto chiudere o quasi la doppia sfida già sabato sera al Berti. E invece ci sarà da soffrire ancora al Rocco. Queste partite escono dalle logiche con le quali i giocatori gestiscono le sfide di campionato. Lo stress nervoso si trasforma spesso in paura o prudenza per evitare quell’episodio negativo che diventa letale. Tesser lo sa bene e così il tecnico si tiene stretto un risultato che gli consente comunque di affrontare l’avversario negli ultimi 90’ con un vantaggio (i due risultati su 3 per mantenere la categoria).
La Triestina a Caldiero ha fatto la sua partita, i padroni di casa anche. Gli alabardati cioè, soprattutto nella prima parte della gara, hanno creato più di un avversario votato a passare indenne l’intero match. Certo l’Unione non ha fatto vedere quell’energia, quel piglio indispensabili per sbloccare una partita da parte di una squadra che peraltro non ha nella sua faretra frecce creative in attacco.
Spesso la prima sfida di playout tende a prendere una piega simile a quanto succede negli ultimi minuti prima dei supplementari delle partite da dentro o fuori bloccate sulla parità. Ma c’è un aspetto positivo anche in vista di sabato emerso nel finale del match. Perché l’espulsione di Silvestri è stato l’episodio favorevole avuto dal Caldiero che la squadra di Soave non ha saputo cogliere. I veneti non sono riusciti a sbloccare il risultato perché a quel punto Ionita e compagni hanno tirato fuori gli artigli. Se quell’energia e quella capacità di reazione fossero state impiegate nel primo tempo il match avrebbe potuto prendere una piega decisamente più favorevole alla Triestina. Però quelle risorse ci sono e combinate con il maggior spessore tecnico diventano un’arma da sguainare nella prossima e definitiva gara di sabato al Rocco.
Il Caldiero, e lo si è capito anche dalle dichiarazioni a posteriori del suo tecnico Soave, cercherà di portare la Triestina sul risultato di parità fino ai margini della zona maledetta che scocca negli ultimi 15’ della doppia sfida.
Tesser dovrà fare tutto il possibile per arrivarci con un margine, unica soluzione per evitare il duello alla baionetta. La Triestina ha tutte le potenzialità per rompere l’equilibrio anche se, al di là della inconsueta e straordinaria goleada sul Novara, negli ultimi mesi ha fatto fatica a segnare. Ma anche in questo caso l’andamento del playout è un unicum.
La spinta dei tifosi deve diventare un surplus di energia e non di stress, la voglia di conquistare la seconda salvezza deve essere uno stimolo in più da mettere in campo. Lo staff ha una settimana di tempo per recuperare energie, ammortizzare la pressione, verificare le condizioni degli acciaccati in un gruppo che rischia di arrivare corto nell’epilogo stagionale. Ma c’è una sola certezza: conteranno le gambe, la tattica e la tecnica ma conterà soprattutto il cuore. Quello che Tesser è riuscito a trapiantare in questo gruppo trovato senza identità. Un cuore che deve battere ancora, almeno per un ultimo benemerito sforzo.
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