Triestina calcio, questione di fiducia
Il compito di Tesser è quello di tenere alto sul piano emotivo il morale di una squadra encomiabile ma reduce da due ko

Non c’è dubbio che Attilio Tesser, dieci giorni fa quando ha detto sì alla Triestina, era ben consapevole di come questa seconda salita in corsa sarebbe stata ancor più problematica della precedente. Prendere la guida di una squadra senza partecipare alla sua costruzione (che peraltro non c’è stata) a fine ottobre è sempre una sfida pericolosa. A maggior ragione se l’obiettivo è quello di rimontare il maxi-handicap di 23 punti.
Le due sconfitte di fila della sua gestione vanno metabolizzate con la perizia che contraddistingue l’allenatore di Montebelluna. Non è una questione di classifica e solo in parte lo è sul piano tecnico. È soprattutto una questione morale non in senso etico ma psicologico-emotivo. Si tratta infatti di tenere alta la fiducia del gruppo e di tutto l’ambiente.
Su questo piano è il primo momento davvero difficile di una stagione iniziata sotto pessimi auspici. Il gruppo ha dimostrato la capacità di sapersi autostimolare attratto da un’impresa quasi impossibile e isolandosi dalle vicissitudini societarie e dalle punizioni federali a raffica. Però quando i giocatori, finora encomiabili sul piano dell’impegno in campo, vedono fermarsi la progressione nella scalata della classifica un tarlo potrebbe insinuarsi nelle loro teste.
Da una parte le prestazioni in queste due ultime gare sono state positive ma proprio per questo motivo la mancanza di risultati può diventare ancora più frustrante. Tesser al termine del match con il Brescia, che non è un collettivo qualsiasi ma uno dei più attrezzati del girone, ha sottolineato come la società lo abbia rassicurato dopo le improvvise dimissioni del presidente Zelenovic.
Bene ha fatto il club perché l’operato di Tesser va sostenuto con forza, anche se non ne ha bisogno, perché il tecnico ha il compito a sua volta di infondere fiducia al gruppo con il quale sta lavorando. Tutti conoscono da tempo come ilMantra di Tesser sia quello di creare una mentalità vincente e il rispetto per la maglia alabardata. È stato riarruolato anche per questo: nonostante l’ottimo ruolino della gestione Marino serviva un cambio di passo ulteriore per sperare di agguantare i playout.
Le due sconfitte modificano di una minima percentuale le possibilità già basse di raggiungere il traguardo. Il contraccolpo psicologico invece va superato perché nella volontà di non mollare sta tutto il senso di una stagione che in estate ha rischiato nemmeno di cominciare. Questo atteggiamento è indispensabile per il prossimo match, per le gare successive e magari anche per costruire qualcosa in prospettiva. Gli uomini a disposizione sono questi, con le carenze di organico ormai arcinote, in attesa delle eventuali evoluzioni invernali. Sembra fuori luogo (visto il doppio ko e il -10 in graduatoria) e invece proprio questo è il momento di tenere alta la guardia. Anche perché c’è poco da perdere e altro non si può fare.
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