Triestina, la celebrazione di Papais: «Quella mia punizione nella storia»

Oggi alla festa di Grido Libero ospiti d’onore i protagonisti della promozione in B 30 anni fa. L’ex centrocampista: «L’Unione di adesso ha le basi per riprovarci»
Lasorte Trieste 05/07/14 - Domio, Festa Ultras Triestina, Grido Libero
Lasorte Trieste 05/07/14 - Domio, Festa Ultras Triestina, Grido Libero

TRIESTE Appena due settimane fa tutti i tifosi alabardati speravano in un gol di Granoche che potesse rimanere nell’immaginario collettivo di un’altra promozione in serie B. E invece i ricordi delle ascese fra i cadetti della Triestina rimangono ancora ancorate all’Unione record di De Falco e Ascagni del 1983, all’esodo di Ferrara del 1989 e agli eroi di Lucca del 2002.

Oggi alla festa di Grido Libero a Domio, in particolare, si celebrerà il trentennale di quella Triestina che nel 1989 guadagnò la promozione portando oltre 7mila tifosi a Ferrara nell’ultima partita con la Spal. E la icona di quella partita è sempre rimasta la famosa punizione gol di Giorgio Papais, che sarà tra gli ospiti d’onore della festa odierna della Curva Furlan. Una punizione che Papais ha ancora negli occhi: «Ho avuto la grande fortuna di fare quel gol nella partita decisiva, una rete che ha fatto la storia alabardata. Ho ancora ben chiari i ricordi bellissimi di quella giornata, ma anche di quelle precedenti. In pratica a cinque turni dalla fine eravamo quasi tagliati fuori, poi abbiamo fatto un bel filotto e di quella giornata finale mi ricordo tutto, a partire dal ritiro fino ai triestini che erano davvero ovunque. Ferrara era rossoalabardata. Non ti capita tante volte nella vita una roba del genere, è chiaro che rimane tutto in testa anche a distanza di 30 anni».

Da quella volta, la Triestina di momenti difficili ne ha passati tanti. E Papais ha continuato a seguire i saliscendi della storia dell’Unione: «Ho seguito tutte le vicissitudini della Triestina, anche i periodi bruttissimi. Come quello che capitò qualche anno dopo la promozione. Quando sei stato in una società e in un ambiente in cui ti sei trovato bene, ti fa piacere se accade qualcosa di bello, e ti dispiace tanto quando le cose non vanno per il verso giusto». A proposito di momenti bui della Triestina, nel 2012 Papais venne da ospite al Rocco sulla panchina del Lumignacco portandosi via un pari: «Io al Rocco non ho mai giocato. Ero andato via da una Triestina in B, e anni dopo ci torno a giocare contro, da allenatore, in una categoria come l’Eccellenza: quel giorno mi veniva il latte alle ginocchia. Era tutto strano, quasi surreaale, sembrava un’amichevole precampionato quando una squadra di rango si allena con una dei dilettanti. Eppure non era cosi, e non è stato bello. Ora per fortuna la Triestina ha trovato stabilità con alle spalle una società come si deve. Purtroppo con il Pisa alla fine è andata male ma le basi ci sono e si ritenterà subito la scalata».

Adesso con il calcio Papais vuole avere poco a che fare, quasi nulla a dire la verità: «Sono felicemente in pensione e il calcio lo seguo con poco interesse. Ho seguito con più attenzione Triestina e Piacenza per ovvi motivi, ma a entrambe è andata male la finale play-off. Per il resto, il calcio mi annoia. Deve essere un piacere, la mia fortuna è stata farlo da professionista. Ma se non c’è il piacere a vederlo, allora meglio fare altro, anche andare a Barcola a prendere il sole». —
 

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