Triestina, la panchina lunga decisiva nello sprint finale

TRIESTE. A Noale la Triestina è riuscita a fare bottino pieno in una situazione che si era complicata. L’arma in più è stata la voglia e la capacità di accelerare fino all’ultimo e lo sforzo è stato premiato dal risultato sul piano agonistico. Sul fronte psicologico e del morale la vittoria è stata enfatizzata dalla concomitante sconfitta del Mestre dopo quasi cinque mesi di imbattibilità. Contro il Calvi è emerso un aspetto che in precedenza si era visto nel secondo tempo al Rocco contro il Campodarsego. L’Unione difetta ancora di continuità di spinta nel corso di una gara, di quella forza che caratterizza le grandi squadre per 60-70 minuti di un incontro e che consente di “uccidere” le partite. Finora questo aspetto è emerso solo saltuariamente in un gruppo costruito da zero anche se assemblato con mezzi da professionisti. Questo trend può cambiare nel finale di stagione? La ragione dice di no ma ci sono alcuni elementi aggiuntivi che non vanno trascurati. La gara di domenica, ma era già successo in precedenza, ha dimostrato come l’Unione abbia una panchina lunga. Senza Leonarduzzi, Corteggiano e Cecchi (e con la rinuncia a Frulla e l’inserimento a partita in corsa di Serafini) Andreucci ha potuto schierare delle alternative che sono state decisive in campo. Marchiori ha fatto il suo in difesa ed è andato in gol per la terza volta, Meduri ha giocato con personalità, intelligenza calcistica e presenza. Bradaschia a sinistra al posto di Corteggiano ha giocato una delle sue migliori partite con la perla della rete decisiva. L’inserimento in queste settimane di Banegas (domenica poco brillante ma dal piede indubbiamente buono) sembra aver giovato al rendimento del monfalconese. L’arruolamento poi di Meduri offre un’alternativa per una mediana di qualità al tecnico. Insomma, sul piano qualitativo, la Triestina sembra aver colmato quel piccolo deficit (azione degli esterni e spessore a centrocampo) emerso fino a gennaio. Troppo tardi per questa stagione?
Visto il ruolino di marcia del Mestre solo un folle direbbe a oggi che ci sarà una rimonta. I risultati della squadra di Zironelli non sono nella disponibilità nè della Triestina, nè dei suoi tifosi. Ma l’Unione può mettere pressioni al Mestre.
Tra marzo e aprile i giocatori tradizionalmente cominciano ad accusare un po’ di stanchezza più mentale che fisica. Il fatto di avere a disposizione forze fresche dà all’Unione una chance non da poco per mantenere il passo migliore per rosicchiare qualcosina al Mestre in vista dello scontro diretto in programma nella settimana pasquale.
A patto però che Andreucci sappia tenere alta la tensione e i giocatori non comincino (come è successo a Noale per esempio) a sedersi sugli allori di un campionato comunque finora di altissimo livello.
Anche l’entusiasmo dei tifosi può giocare nello sprint finale un ruolo decisivo. A parte quei tanti la cui adesione è fideistica un avvicinamento degli altri può avvenire solo se il divario con la capolista si ridurrà a 4-5 punti. Poteva già essere così. Bastava gestire un po’ meglio un paio di partite (la sconfitta di Abano e quella con il Cordenons per tralasciare lo scontro diretto). Così non è stato ma adesso si può svoltare. A partire da domenica contro l’Arzignanochiampo al Rocco.
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