Un pentito: «Balotelli spacciò per gioco»

L’azzurro tirato in ballo per una visita a Scampia. Mario s’infuria («Vergogna») e il ct Prandelli lo difende
Di Alessandro Bernini ; Di Alessandro Bernini
Italy's Mario Balotelli rests on the bench during a training session of the Italian national team in the Olympic Stadium in Kiev, Ukraine, 30 June 2012. ANSA/GEORGI LICOVSKI
Italy's Mario Balotelli rests on the bench during a training session of the Italian national team in the Olympic Stadium in Kiev, Ukraine, 30 June 2012. ANSA/GEORGI LICOVSKI

L’avversario è soft e la vigilia scorre via noiosa? Niente paura, quando c’è Mario Balotelli nei dintorni, la notizia è garantita. Stavolta per la verità c’è poco da scherzarci sopra, visto che su Supermario è caduta improvvisa un’accusa pesante. «Si mise a spacciare droga a Scampia per scherzo», ha rivelato infatti un pentito. Facendo infuriare Balotelli, difeso a spada tratta anche dal ct azzurro, Cesare Prandelli.

Ma andiamo con ordine, cercando di capire questa storia che ha oscurato la vigilia sportiva di Italia-San Marino, che si gioca stasera a Bologna.

L’accusa del pentito. «Dopo aver assistito ad alcune cessioni di sostanze stupefacenti di tipo eroina e cocaina, Balotelli per scherzare chiese di spacciare anche lui, così quando passò un tossico lui gli cedette la dose. Poi noi chiedemmo al tossico se si fosse accorto che a passargli la droga era stato Balotelli ma credeva fosse uno scherzo». È questa una parte del verbale di Armando De Rosa, ex affiliato al gruppo della Vanella Grassi di Scampia. Verbale inserito in un’inchiesta sul riciclaggio di soldi sporchi nei ristoranti del lungomare di Napoli. Tra l’altro va ricordato che su questa storia Balotelli è già stato ascoltato dalla Procura di Napoli il 15 settembre del 2011, con Mario che garantì la sua completa estraneità. Il pentito ha invece raccontato ai pm altri retroscena della visita del calciatore a Scampia e Secondigliano dell’8 giugno 2010 per la quale Balotelli si affidò a Marco Iorio, imprenditore del settore della ristorazione che a sua volta chiese aiuto ad alcuni pregiudicati dell’area Nord. Balotelli, per il pentito, sarebbe stato in compagnia di personaggi del clan Lo Russo e degli Amato-Pagano, facendo anche delle foto con alcuni di loro.

La rabbia di Balotelli. L’sms di un amico, poi un paio di telefonate: così Balotelli ha saputo la notizia, mentre da Firenze andava in treno a Bologna coi compagni. La reazione? Diciamo pure che non è stata concordata con nessun ufficio stampa... Ha preso il suo i-phone e ha twittato d’istinto. «Ahahaha adesso spaccio droga! Prima andavo a put... E magari poi lo prenderò anche in... Ma vergognatevi. Usate il mio nome non per odiance». Proprio così, testuale. Con un bel “vergognatevi” urlato in maiuscolo e un “odiance” al posto di audience.

Il tweet però è rimasto poco online. I dirigenti del Milan sono venuti a conoscenza del messaggio dopo pochi attimi e il giocatore non ha potuto far altro che cancellarlo in fretta e furia. Balotelli sarebbe comunque rimasto turbato, restando a lungo silenzioso e ritrovando il sorriso solo una volta in campo per l’allenamento di rifinitura. In serata Balotelli ha inviato un nuovo tweet («Comunque grazie a tutti followers che state dalla mia parte, un abbraccio a tutti») e poi ha dichiarato: «Di questa storia si stanno già occupando il mio avvocato e il Milan. Io di nuovo dai pm? Ci sono stato una volta ed è sembrato piuttosto uno spettacolo. Tornarci sarebbe esagerato».

Prandelli con Mario. Immediata, come sempre, è arrivata la difesa d’ufficio di Prandelli. In un primo momento il ct aveva provato a spegnere la fiamma della polemica («Nessun commento da fare, ha già risposto Mario. Io mi rimetto alle parole di Mario quando avrà voglia di parlarne dirà quello che pensa. Entrare in questo argomento è delicato, sono cose serie. Si parla di uno scherzo ed è difficile parlarne»), poi però anche lui si è reso conto che il caso era troppo grande per dribblarlo. «Mario crea sempre un grande interesse di tipo mediatico intorno a sè, e spesso tanti cercano di tirarlo in ballo. Il suo tweet? Questa è la risposta di un ragazzo di 22 anni che dice basta. È chiaro che è stanco di chiedersi sempre “cosa ho fatto ancora?” Qui ogni settimana ce n’è una...».

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