Un poster per ricordare Punter e i suoi successi

TRIESTE. Delle vittorie e dei primati d'un tempo rimangono talvolta, e non sempre, solo le date e qualche riga. Ne sono al corrente ovviamente soprattutto quegli sportivi e appassionati che, navigando prevalentemente nella rete, cercano notizie e approfondimenti sul curriculum di alcuni atleti e sulla storia di alcune discipline che, lo scorso secolo, erano ancora lontane dai consensi e dalla popolarità dei nostri giorni.
Quel che è certo, è che altrettanto emozionante e coinvolgente scovare dei documenti originali che rechino traccia di una particolare impresa sportiva, documenti che strappino all'oblio personaggi e cronache gloriose di un tempo ormai lontano. Da una serie di telegrammi originali rinvenuti, il Museo Postale e Telegrafico della Mitteleuropa di piazza Vittorio Veneto dedica un poster a una cestista triestina che attorno alla fine degli anni Quaranta del Novecento fu pure capitana della nazionale italiana di "palla al cesto", quella Pia Punter che con la squadra del dopolavoro del Pubblico Impiego ILVA di Trieste vinse il campionato italiano 1939-1940.
«Infinite congratulazioni al misterioso, ma grande tesoro della Pallacanestro Italiana nonché capitana delle campioni d'Italia con orgoglio stringoti la mano abbraccioti», scrive in un telegramma tale Itala Soave riferendosi alla vittoria della Punter e delle sue compagne sulle milanesi. Erano tempi, quelli, in cui il basket veniva giocato sulla terra battuta, signore e signorine calzavano divise con le gonne ben sotto il ginocchio, i punteggi erano ben lontani da quelli odierni. Infatti l'ILVA Trieste di Pia Punter conquistò lo scudetto in una finale giocata contro l'Ambrosiana Inter di Milano, regolando le meneghine con un sofferto, ma sufficiente 23-22. Da un dirigente nazionale del Dopolavoro un altro telegramma esprime … «a Voi e camerate vivissimi rallegramenti per vittoria campionato nazionale palla canestro sicura promessa per altre future affermazioni nostra squadra». Era il ventennio fascista, e le compagne di squadra, erano, per l'appunto, "camerate".
Campionato dopo campionato gli scenari cambiano. "Juventus e Genova disposte ingaggiarti - riceverai offerte squadre - segue lettera", si legge in un altro telegramma che fa intendere come l'atleta fosse richiesta da tante altre squadre e fosse pronta a lasciare Trieste. Non per niente fu capitana della squadra nazionale che nel 1938 vinse il campionato europeo. Ne aveva fatta di strada, da quel ricreatorio sangiacomino “Riccardo Pitteri” in cui iniziò a praticare da ragazzina il basket, la pallavolo e il tennis. Scomparsa nel 1984, appartiene meritatamente al novero di quelle azzurre triestine che hanno portato alto il nome della propria città nel Paese e all'estero. Il poster a lei dedicato, con i telegrammi originali, sarà presentato giovedì domani alle 16.30, nel Museo Postale triestino, alla presenza di alcuni familiari dell'atleta azzurra.
Maurizio Lozei
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