«Un triestino in squadra ogni anno e un Rocco “inglese”»

Milanese anticipa qualche sogno per il futuro nell’incontro sui giovani con Boscia Tanjevic
Lasorte Trieste 19/09/16 - Triestina, Conferenza Stampa Biasin, Milanese
Lasorte Trieste 19/09/16 - Triestina, Conferenza Stampa Biasin, Milanese

TRIESTE. «Vorrei che ogni anno un giovane triestino potesse debuttare nella Triestina. Sarebbe una scommessa vinta se a Pizzul e Brandmayr potesse succedere nella prossima stagione un altro ragazzo del vivaio o di qualche altro club triestino».

«Sarebbe un sogno riuscire a ricreare il clima degli stadi inglesi anche in Italia. Vorrei che la possibilità di ammodernare il Rocco permessa dall’assegnazione degli Europei Under 21 venisse sfruttata anche in questa prospettiva: uno stadio con sempre meno barriere e recinzioni».

Mauro Milanese, amministratore delegato della Triestina, ha aperto il libro dei sogni nel corso della serata incentrata sui giovani e lo sport organizzata dallo Zaule Rabuiese in collaborazione con il Comune di Muggia. Una serata nella quale Milanese si è confrontato con Bogdan Tanjevic. Il basket, del resto, non è un tema estraneo agli interessi dell’ad alabardato. «Da ragazzo ci giocavo, frequentando l’oratorio salesiano di via dell’Istria era inevitabile...». Mai rimpianta la scelta del calcio, tuttavia, e non gli si può dar torto. «Spero che le esperienze maturate da calciatore in grandi club e all’estero possano aiutarmi nel compito di riportare in alto la Triestina. Abbiamo cominciato una strada e intendiamo percorrerla. Con Mario Biasin i contatti sono costanti: anche se vive in Australia sa trasmettere serenità all’ambiente, e non solo dal punto di vista economico. Anche nei momenti difficili, quando abbiamo visto allontanarsi il Mestre in classifica, con una parola, una battuta, ha saputo incoraggiarci. Io e la squadra avvertiamo che si fida di noi, e nel calcio attuale non è poco».

«Vero, spesso in serie D l’obbligo di schierare gli under viene vissuto come un’imposizione, una forzatura. Credo invece che ci possa essere spazio per i giovani anche aldilà dei diktat normativi. In una squadra servono ovviamente i punti di riferimento e di esperienza ma c’è bisogno anche di freschezza ed entusiasmo».

Sul tema gioventù, si sa, Boscia Tanjevic più che un’opinione ha una granitica certezza. «Mi fa ridere sentir definire giovane o promessa un giocatore di 21-22 anni. A quell’età se vali devi averlo già dimostrato. Non mi sono certo fatto problemi a lanciare a 17 anni Drazen Petrovic nella Nazionale jugoslava, a designare Nando Gentile a 18 anni capitano della Caserta di Oscar o a dare le chiavi della mia Stefanel a Bodiroga. Ho avuto una fortuna, questo sì: società e presidenti che non si sono messi di traverso». E sul rapporto tecnici-presidenti ci scappa anche un’invasione di campo calcistica. «Premetto: a me Sarri piace, moltissimo. Ma tu, De Laurentiis, come fai a criticarlo perchè ha perso 3-1 in Champions con il Real Madrid? Prima di quella sera quante altre volte avevi lottato alla pari con il Real?» (ro.de.)

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