Vecchiato: «Unione forte noi cerchiamo di giocare»

L’ex alabardato da anni tecnico del Belluno torna al Rocco: «Finalmente la città ha la squadra che si merita. Lotterà fino in fondo per salire. Noi stiamo recuperando»
Di Antonello Rodio
Trioangolare allo stadio di Belluno tra Belluno, San Giorgio e Plavis
Trioangolare allo stadio di Belluno tra Belluno, San Giorgio e Plavis

TRIESTE. Roberto Vecchiato con Trieste ha sempre avuto un rapporto particolare. E non solo perché ha giocato con la maglia alabardata per due stagioni a cavallo dell'anno 2000 (la seconda delle quali culminata con la promozione in serie C1), ma anche perché a Trieste ci ha vissuto per qualche anno. Da quando l'Unione è in serie D, il suo destino è tornato a incrociarsi con l'alabarda, visto che lui è alla quarta stagione sulla panchina del Belluno. Ma nonostante i veneti siano sempre stati una squadra da alta classifica, al Rocco hanno sempre fatto fatica (un pareggio e due sconfitte in queste tre stagioni). E Vecchiato sa benissimo che nella sfida di domani si parte addirittura da presupposti ben diversi, con una Triestina nelle vesti di favorita: «Già, quest'anno la situazione è molto differente - ammette il mister del Belluno - perché questa Triestina è una squadra forte, con una società forte e un allenatore molto bravo. Tutte cose che del resto Trieste merita. Per me che ho vissuto l'era Berti , ci sta di tornare finalmente su certi livelli ed è giusto che la città sia premiata dopo tanti anni bui. Insomma è cambiato tanto grazie soprattutto a una società molto forte, che ha fatto una squadra per provare a fare il salto di categoria. Se è una sorpresa trovarla già lassù? No, anche se non era scontato, diciamo che alla fin dei conti sta rispettando i pronostici. È lì assieme al Mestre, anche se la strada ovviamente è ancora molto lunga». Secondo Vecchiato, la squadra alabardata può davvero tentare il grande salto in Lega Pro: «Penso che abbia davvero tutti per provarci fino alla fine, poi ovviamente vincere dipende da tante cose. Ma penso che abbiano tutto quello che serve per lottare fino in fondo. E poi è una cosa bella che i tifosi siano tornati a seguire numerosi, si sa che può essere un valore aggiunto al Rocco». Vecchiato è molto amico di Andreucci e non esita a dire che, tra le cose che teme di più della Triestina, è proprio l'abilità del suo allenatore: «Andreucci lo conosco bene - dice Vecchiato - è mio amico, è un bravo allenatore e una persona che stimo. So quindi che la Triestina è una squadra molto ben organizzata, che inoltre ha una grande forza fisica. Insomma è una compagine forte con tanti pregi e pochi difetti. E noi dovremo fare molto bene per far risultato». Già, il Belluno. L'inizio di campionato è stato un po' al rallentatore rispetto alle aspettative, ma Vecchiato sostiene che lo scorso anno era stato uguale e che soprattutto sono costati cari alcuni infortuni importanti: «Abbiamo un solo punto di differenza con la scorsa stagione. E tra le motivazioni ci sono anche quelle dei lunghi infortuni che ci hanno privato prima di Corbanese e poi di Bertagno: pesa molto non avere per tanto tempo capitano e vicecapitano, poi ovviamente abbiamo le nostre responsabilità e c'è il valore del girone. Ma ogni anno si ricomincia da capo e il Belluno ora è dove deve essere». Di certo al Rocco non dovremmo vedere una squadra chiusa: non è questo il credo di Vecchiato: «È vero che siamo una squadra collaudata, ma anche noi cambiamo qualcosina ogni anno, soprattutto con la regola degli under. Cerchiamo sempre di proporre, ma è anche vero che bisogna sapere soffrire e difendersi bene. Comunque in questi tre anni e mezzo abbiamo sempre cercato di giocare e faremo cosi anche stavolta, non siamo capaci di fare altrimenti».

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