Vialli annuncia: ho avuto un tumore E il mondo del calcio lo abbraccia

L’ex calciatore e allenatore ha rivelato la propria vicenda in un capitolo della propria autobiografia «La mia storia serva al prossimo»

ROMA. «Sto bene, anzi molto bene... Ma non ho ancora la certezza di come finirà la partita».

Gianluca Vialli aspetta ancora con qualche ansia il triplice fischio che deve chiudere questa partita, come tante volte gli sarà capitato nella carriera di calciatore e di tecnico, la partita più dura che si è trovato a dover giocare, quella contro il cancro. Una sfida che ha preferito combattere nell'ombra, senza fare alcun annuncio, aspettando il momento buono per poter parlarne e per poter dire finalmente di esserne venuto quasi a capo. E per farlo ha scelto di aggiungere un capitolo al suo secondo libro autobiografico «Goals. 98 storie +1 per affrontare le sfide più difficili». E ora che ha raccontato pubblicamente la propria vicenda, tutto il calcio tifa per lui.

«L'ho considerata semplicemente una fase della mia vita che andava vissuta con coraggio e dalla quale imparare qualcosa - ha detto Gianluca Vialli in un'intervista al Corriere della Sera -. Spero che la mia storia possa servire a ispirare le persone che si trovano all'incrocio determinante della vita». Ha subito un intervento, al quale hanno fatto seguito prima otto mesi di chemioterapia e poi sei settimane di radioterapia: «Giravo con un maglione sotto la camicia, perché gli altri non si accorgessero di nulla, per essere ancora il Vialli che conoscevano».

Lontano da tempo dai campi e dalla panchina, l'ex attaccante azzurro ha potuto tenere nella cerchia più intima il suo segreto, come invece non hanno potuto fare sportivi ancora in attività, dalla sciatrice Elena Fanchini ai calciatori Francesco Acerbi a Eric Abidal, dai ciclisti Lance Armstrong e Ivan Basso allo schermidore Paolo Pizzo, sportivi diventati testimonial della lotta al male del secolo. Tanti i messaggi di vicinanza e auguri giunti nella giornata di ieri a Vialli da chi ancora non sapeva, o ha rispettato la sua scelta. Gianni Rivera gli riconosce «quel coraggio che è un buon segno per combattere davvero», mentre per Giuseppe Marotta «è un esempio da imitare». «Una scelta consapevole che sicuramente ci avvicina tutti a lui», afferma Damiano Tommasi. «Sostegno pieno e totale all'uomo di calcio e all'uomo», infine, è giunto da parte di Renzo Ulivieri. —

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