Zanardo: «Unione esperta e ambiziosa»

TRIESTE. A parte quattro stagioni in serie C2 giocate tra Jesolo, Union Quinto e Bellaria Igea Marina, tutto il resto della lunga carriera di Paolo Zanardo è stata vissuta in serie D.
Quella che porta l’attaccante trentatreenne all’Unione Triestina 2012, è quindi soprattutto tanta esperienza, ma anche capacità di vincere i campionati (gli ultimi con Delta Porto Tolle e Pordenone, prima della scorsa stagione divisa tra Abano e Piacenza), che l’accomuna a tanti suoi compagni nella squadra di Masitto.
Senza trascurare qualità e gol, come dimostrano le tre reti messe a segno nei test contro San Donà e Vesna.
Zanardo, subito tre reti nelle ultime due amichevoli: solo un caso o capacità di entrare subito in forma?
«Penso sia solo un caso. Le amichevoli poi alla fine contano poco, ma certo per il morale fare gol fa sempre bene, soprattutto per un attaccante».
Dopo tanto girovagare fra Friuli e Veneto, adesso Trieste: come mai?
«Perché è una piazza che non ha bisogno di presentazioni: credo sia un sogno di tutti venire a giocare a Trieste. Ora non so come andrà a finire fra tifosi e presidente, ma venire a giocare al Rocco e magari un giorno vedere anche la curva piena è uno dei tanti motivi che mi hanno portato qui».
In una squadra che sulla carta sembra avere qualche ambizione.
«Più che qualche ambizione, io direi tante ambizioni. Qui è pieno di giocatori che hanno vinto tanti campionati di serie D, secondo me è proprio una grande squadra. Forse sulla carta un po’ vecchiotta, ma in questa Triestina c’è tutto: esperienza, tecnica e qualità. Insomma, tutto quello che serve per vincere in un torneo difficile come la D».
Che gruppo sta nascendo a Trieste?
«Un buon gruppo grazie a un affiatamento che è più facile perché ci conoscevamo già in tanti: intanto ci sono molti ex Pordenone, con Pettarin poi ho giocato assieme al Delta e anche Kabine lo conoscevo già bene».
È arrivato a Trieste per un ruolo da vice Zubin, o è possibile una convivenza fra voi due?
«Intanto, riguardo a Zubin, stiamo parlando di un giocatore che non c’entra nulla con questa categoria. Poi nessuno viene a fare il vice e io non mi sento tale: abbiamo già dimostrato a Pordenone di poter giocare assieme con profitto, quindi non vedo nessun problema. Quanto al modulo possibile, quelle ovviamente sono questioni del mister».
Nessun problema a fare qualsiasi ruolo sul fronte offensivo ?
«In carriera davanti ho fatto un po’ di tutto, fra esterno del 4-2-3-1 e del 4-3-3 e seconda punta, forse è proprio la prima punta il ruolo nel quale ho giocato meno. Ma sapendo che qui c’è gente dietro che sa mettere la palla, posso fare bene anche quel ruolo».
Qualche rimpianto per non aver raggiunto categorie più alte nel momento top della carriera?
«Qualche rimpianto sì, perché soprattutto da giovane ho avuto le mie occasioni. Ma le ho bruciate, soprattutto per colpa mia, ma anche perché non avevo nessuno dietro a darmi una spinta come è successo per altri. Negli anni che ho vinto la D, poi, con le regole degli under si guarda più all’età che alla bravura del giocatore e ovviamente quando sei sulla trentina sei molto più penalizzato. Insomma qualche rimpianto c’è, ma mi sono tolto anche tante soddisfazioni».
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