La corte formata da otto case storiche fu il primo ghetto della comunità ebraica nel 1683 ma lo spazio era stretto. Il piano Urban sventò lo stato di abbandono, sebbene smarrendo un po’ la sua identità
La cinta fatta abbattere da Maria Teresa in parte resiste: sotto San Giusto c’è Tor Cucherna, mentre si può scoprire anche l’antica Porta Donota oltre ai riferimenti nella zona di Cavana
Dal Carso triestino fino a Muggia e a Duino Aurisina il Demanio cerca di piazzare le vecchie sedi dismesse. L’ultimo report indica lo stato di ciascuna costruzione assieme ai possibili investitori, ma è un iter burocratico lungo
Gli scalpellini inserirono gli elementi tipici del regime nelle costruzioni razionaliste tanto pubbliche quanto private: sulla Scala Borghi il fascio è stato poi coperto con l’alabarda
Le iscrizioni sugli edifici perpetuano famiglie e imprese: uno degli esempi più antichi si trova nella dicitura sotto lo scudo in pietra di via Malcanton 12
Da Cittavecchia a via San Lazzaro, miti e vie sfortunate. In via Ponchielli il Bollettino della Vittoria: la strada fino a via San Lazzaro era chiamata “marciapiede della pegola”
Visibile anche a distanza grazie alla grande maschera sul tetto, è un esempio peculiare e unico di arte popolare. Fu progettata e realizzata dal pittore e scultore de Alti per celebrare la nascita di suo figlio
Tra gli esempi di pregio quello nel palazzo ex Ras e nell’Itis. Celebre è la Casa dei Mascheroni in via Tigor, che con la sua galleria e la facciata è un esempio di liberty
La casa più stretta e quelle dei nani e degli sposi. Tra le vie Toti e del Bosco è visibile l’immobile più angusto della città: era utilizzato da un calzolaio
Kleine Berlin, Speleovivarium e tanti spazi abbandonati: una mappa di gallerie dal centro a San Vito e Sant'Andrea fino a Roiano e Scorcola passando per Servola e San Giacomo