Il censimento in Fvg tra ritardi ed errori E l’Ue “taglia” l’esodo

L’Istat spiega perché la rilevazione da noi è stata complessa Mancini assicura: «Moduli in tutte le case entro pochi giorni»
20010509-ROMA-CRO-ISTAT: DOMENICA 21 OTTOBRE CENSIMENTO POPOLAZIONE- Un'immagine d'archivio che mostra un'addetta al censimento del '91 al lavoro. ANTONIO MONTEFORTE-ARCHIVIO-ANSA-TO
20010509-ROMA-CRO-ISTAT: DOMENICA 21 OTTOBRE CENSIMENTO POPOLAZIONE- Un'immagine d'archivio che mostra un'addetta al censimento del '91 al lavoro. ANTONIO MONTEFORTE-ARCHIVIO-ANSA-TO

di Elisa Coloni

TRIESTE

Minoranze linguistiche da tutelare, moduli bilingui, confini vecchi e nuovi: il Friuli Venezia Giulia, si sa, è una terra tanto ricca quanto complessa. A “inciampare” nelle mille pieghe della nostra regione è stato pure l’Istat, da settimane nei pensieri di migliaia di cittadini friul-giuliani alle prese con il censimento. Un rompicapo per alcuni, un inquietante sconosciuto per altri. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: nella nostra regione si sono verificati disguidi e lungaggini, errori e ritardi, tanto che, ad oggi, ci sono famiglie che ancora non hanno ricevuto il fatidico plico. A spiegare il perché dei tanti intoppi è Andrea Mancini, direttore del Dipartimento per i censimenti dell’Istat.

Dottor Mancini, partiamo da una questione tecnica e “simbolica”. Gli esuli istriani si sono trovati davanti a una scelta obbligata: hanno dovuto affermare di essere nati all’estero. La cosa ha suscitato parecchie proteste.

Capisco le perplessità dei cittadini, ma la questione è tecnica. È stata l’Ue a decidere di uniformare le procedure all’interno dei Paesi comunitari. Si è quindi deciso di considerare solo gli attuali confini, classificando come italiani i territori che sono italiani oggi. Lo stesso discorso vale per tutti gli Stati europei. Ricordo comunque che tra le domande c’è anche quella relativa alla cittadinanza: gli esuli hanno potuto specificare di essere cittadini italiani.

Molte famiglie hanno ricevuto i moduli in ritardo.

Il problema è legato ai moduli bilingui in italiano e sloveno: l’Istat ha dovuto prevederli, per legge, per tutte le famiglie che risiedono nei Comuni in cui vige la tutela della comunità slovena prevista dalla legge 38 del 2001. Non potevamo ovviamente sapere prima dell’invio quanti cittadini preferissero rispondere ai quesiti in italiano e quanti in sloveno. Noi dobbiamo solo rispettare la legge e dare la possibilità di scelta a tutti i residenti nei Comuni tutelati.

Il motivo dei ritardi?

Essendo due i fascicoli, il pacco era troppo pesante. Così, invece, di seguire l’iter normale, che prevedeva che l’Istat inviasse alle Poste il materiale, consegnato a domicilio dai postini, è stata scelta un’altra strada. L’Istat ha inviato i plichi alle Poste, che poi li hanno consegnati ai Comuni, che infine li hanno distribuiti a domicilio tramite i rilevatori. Questo ha comportato un allungamento dei tempi. Ma ricordo che i cittadini possono fare con calma. Hanno tempo fino al 29 febbraio 2012 (fino al 31 dicembre per i Comuni sotto i 20mila abitanti, ndr.).

Ma c’è anche chi, ad esempio a Monfalcone, non li ha ancora ricevuti.

So per certo che ad oggi tutti i Comuni del Fvg hanno ricevuto i moduli dagli uffici postali. Ci vorrà ancora qualche giorno per completare la distribuzione nelle case.

A Trieste ci sono stati problemi con la consegna dei fascicoli compilati. Molta gente è andata in via Tor Bandena, ma era l’indirizzo sbagliato...

È vero. E ce ne dispiace. Ma è stato il Comune di Trieste a fornirci quell’indirizzo. Adesso sul nostro sito Internet sono indicati gli indirizzi giusti.

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