In taxi a prelevare la cocaina in Slovenia Arrestati 6 pusher che spacciavano in città

Durante le investigazioni accertato un giro da un chilogrammo di stupefacente che era venduto a cento euro a dose
Bonaventura Monfalcone-22.08.2017 Polizia stradale-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-22.08.2017 Polizia stradale-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

Tiziana Carpinelli

Cocaina direttamente proveniente dalla Slovenia, anche via taxi, per lo spaccio sulla piazza del Monfalconese, con epicentro il cuore urbano. Questo il quadro accusatorio dell’operazione che ha portato gli agenti di polizia di Monfalcone e personale delle Squadre mobili di Gorizia e Napoli a eseguire nove ordinanze di misure cautelari, emesse dal giudice per le indagini preliminari Flavia Mangiante del Tribunale di Gorizia su indagini seguite dal sostituto Valentina Bossi, verso altrettante persone residenti in città e nel quartiere partenopeo di Pianura.

L’“operazione Cantonà”, dal «nome in codice di uno degli indagati», ha portato a scoprire «flussi mensili verso la città del cantiere dai 100 ai 200 grammi di polvere bianca»: traffico complessivo di «un chilo», stimato dal pubblico ministero, «nell’arco di circa un anno di investigazioni». Di 25 grammi, invece, il sequestro effettuato dagli agenti nel corso dell’operazione. La sostanza arrivava in centro dopo viaggi infrasettimanali o settimanali oltre confine, in località coperte da segreto istruttorio per lo sviluppo di ulteriori indagini, tra Nova Gorica e Capodistria. Questo, naturalmente, nel periodo pre Covid-19.

I presunti pusher, sei e finiti agli arresti, adottavano diversi accorgimenti, effettuando più viaggi di approvvigionamento con un limitato quantitativo di sostanza, abilmente occultata all’interno di cellulari o pc portatili. In alcune occasioni ricorrendo anche a taxi sloveni, sia per eludere i controlli sia per limitare i danni economici in caso di fermo da parte delle forze dell’ordine. La piazza locale riforniva clienti facoltosi, ma pure operai e perfino ragazzini. Secondo la Polizia – a tenere le redini il Commissariato di via Foscolo – la cocaina da tempo non è infatti più appannaggio di yuppie, ma circola trasversalmente nei diversi strati generazionali ed economici sul territorio. Di 100-110 euro il prezzo di una dose, da un grammo. Ma la droga, sempre stando agli investigatori, che – nel caso di quella oggetto di sequestro, i 25 grammi – deve essere ancora analizzata dai laboratori della Polizia nella sua composizione e purezza, veniva tagliata con sostanze medicinali o simili per aumentare i margini di profitto.

L’attività della scorsa settimana s’inserisce nell’alveo di un’indagine più vasta che prese impulso nel 2018, al rinvenimento di ingenti quantitativi di hashish e cocaina nella zona, portando all’arresto di numerosi trafficanti, in quelle che sono passate alla ribalta della cronaca con il nome di operazioni Welfen e Lotar, quest’ultima in particolare. Qui le sostanze provenivano dalla Campania. Via via che i canali di approvvigionamento si sono interrotti (l’ultimo un mese fa a Napoli, con l’arresto del principale pusher, L.G., sulla quarantina) gli spacciatori locali si sono dovuti, a partire dal 2019, indirizzare verso altre fonti di rifornimento, volgendo lo sguardo oltre confine. Pure per gli spostamenti, con il ricorso a tassisti della vicina repubblica. In un caso, fermato il mezzo dagli agenti, il conducente ha dichiarato la sua estraneità alle circostanze, riferendo di condurre semplicemente i passeggeri alla destinazione indicata.

Dunque articolate e complesse le più recenti indagini, durate un anno e sviluppatesi anche attraverso pedinamenti e rilievi fotografici, con le quali si è stroncato pure il traffico di cocaina proveniente dalla Slovenia che veniva poi ceduta, appunto dopo esser stata tagliata, a Monfalcone. A condurle gli agenti di Monfalcone sotto la direzione della Procura di Gorizia. Nove, dunque, le misure cautelari. Un latitante, ricercato ancora dalla Polizia sul territorio nazionale, scappato ai “radar” degli agenti.

Tre provvedimenti detentivi sono stati emessi verso un uomo di 38 anni, M.T. le iniziali, che si trovava già ristretto in carcere, in attesa di procedimento, e una coppia di coniugi di origine campana (ma da anni residenti a Monfalcone) di 56 e 50 anni, rispettivamente V.C. e C.S. Questi ultimi sono stati rintracciati a Napoli e associati alla locale casa circondariale, l’uomo a Poggioreale, la donna nel locale penitenziario femminile. Arresti domiciliari, invece, per un uomo di 29 anni, originario del Napoletano e al momento non ancora rintracciato, dunque «oggetto di ricerca sul territorio nazionale», D.G. le sue iniziali; e per una donna di 39 anni, R.A., e un ragazzo di 20, E.C. , entrambi residenti in città. Gli ultimi tre provvedimenti cautelari, meno gravi, emessi dal gip hanno riguardato infine una donna di 29 anni, G.M., e un’altra coppia di coniugi di 55 e 48 anni (F.R. e C.B.), tutti con dimora nel Monfalconese, nei confronti dei quali è stata applicata la misura cautelare della presentazione giornaliera presso la polizia giudiziaria. I provvedimenti, stando al Commissariato, «sono stati convalidati». –

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