Patrimonio archeologico subacqueo da tutelare: varato il nuovo protocollo

Be.mo.

l’iniziativa

Il primo protocollo in regione e in Italia per riuscire a rendere permanenti delle operazioni a tutela del patrimonio archeologico subacqueo.

Così, a bordo del pattugliatore Dattilo, dove ha fatto visita nei giorni scorsi il comandante generale del Corpo delle Capitanerie di porto, ammiraglio ispettore capo Nicola Carlone, la Capitaneria di porto e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia, rispettivamente rappresentati dal comandante della Guardia costiera, l’ammiraglio Vincenzo Vitale, e dalla soprintendente Simonetta Bonomi, hanno firmato un documento che suggella questo intento.

«È un esperimento che abbiamo avviato con l’ammiraglio Vitale che prevede, in parallelo agli accordi istituzionali della Guardia costiera – ha spiegato Bonomi –, una collaborazione per gli aspetti che riguardano la tutela del patrimonio archeologico sommerso».

Ci sono infatti tantissime memorie dei conflitti bellici, sia della prima sia della seconda guerra mondiale. «Sono ben da indagare – ha detto Bonomi –, molto più di quanto uno possa immaginare. E poi sono da indagare altri reperti nelle acque interne di Grado». Le segnalazioni arrivano principalmente da pescatori e appassionati sub. Per individuarli «ci avvaliamo principalmente del nucleo Tutela Patrimonio culturale dei Carabinieri e in altri casi della Guardia costiera – ha continuato il soprintendente –: abbiamo bisogno dei mezzi degli altri, perché noi non ne abbiamo».

Il protocollo firmato ieri, cui farà seguito un programma di collaborazione pianificato con la Soprintendenza, prevede appunto un contributo dei militari marittimi. La competenza del Corpo in questo ambito nasce nel 1989, come ha spiegato Vitale. «L’allora ministero della Marina mercantile con il ministero dei Beni culturali siglò un decreto che diede vita a questa funzione, facendo nascere il nucleo sommozzatori di San Benedetto del Tronto. Ora nasce questo accordo a livello regionale con l’impiego diretto del nucleo di San Benedetto, che – ha aggiunto Vitale – si sposterà non solo per azioni di carattere ambientale ma d’ora in poi l’impiego sarà finalizzato anche alla tutela archeologica». —



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