Storica ferrovia istriana tra Rovigno e Canfanaro: ipotesi ricostruzione
Prende corpo l’ipotesi di riattivazione della storica linea. Il deputato Kliman: «Il tracciato è riutilizzabile». Prosegue il cantiere lungo il segmento tra il confine con la Slovenia e San Pietro in Selve

Nel lungo processo di rinnovamento della ferrovia istriana si fa sempre più strada l'ipotesi della ricostruzione della linea Rovigno – Canfanaro di 20 chilometri, dismessa senza plausibile ragione nel 1966. «Essendo il tracciato riutilizzabile - dichiara al portale Istrain.hr Anton Kliman, parlamentare istriano dell'Hdz, partito del premier croato Andrej Plenkovic - sarebbe un peccato non collocarci un binario per dare a Rovigno un collegamento rapido ed ecologico». La linea ovviamente sarebbe elettrificata o alimentata a batteria, in conformità con gli standard europei. Rovigno potrebbe così ottenere un secondo sistema di trasporto pubblico sostenibile, accanto alla rete bus. Il condizionale resta d'obbligo, in attesa delle decisioni del governo e dell'elaborazione dei piani di mobilità regionale. Ma stando alle indiscrezioni che giungono da Zagabria, la possibilità si fa molto concreta.
Ecco qualche cenno storico sulla linea. L'inaugurazione della linea Divaccia – Pola di 144 chilometri e della sua diramazione Canfanaro – Rovigno data il 20 settembre 1876. La diramazione, in particolare, era importante quale collegamento fra le attività economiche dell'impero austro-ungarico e l'industria di Rovigno. Ogni mattina un treno partiva da Divaccia alle 6.15 passando per Cosina, Erpelle, Piedimonte del Traiano e San Pietro in Selve per arrivare a Canfanaro alle 10.25. Qui si poteva prendere il treno per Rovigno delle 10.50, o quello per Pola delle 10.35. Al ritorno si partiva dalle due città istriane alle 13 e verso le 18 si giungeva a Divaccia, stazione collegata con Trieste e Vienna. In anni recenti il tracciato è stato trasformato in pista ciclo-pedonale.
In attesa di capire dunque se prenderà corpo il ritorno della linea, prosegue la ricostruzione - iniziata lo scorso giugno - del segmento tra il confine sloveno e la località di San Pietro in Selve nel cuore dell'Istria, lungo 50 chilometri. Le maestranze della società appaltatrice Strabag stanno collocando nuove rotaie e traversine, scambi nelle stazioni e nei passaggi a livello vengono applicate le massime misure di sicurezza. Lungo il tratto del progetto ci sono sette stazioni – Pinguente, Rozzo, Lupogliano, Borutto, Cerreto, Pisino e appunto San Pietro in Selve – e cinque fermate, ossia Piana di Rozzo, Colmo, Novacchi, e due a Checchi. Il costo dei lavori è previsto in 5,5 milioni di euro. In una seconda fase verrà ricostruito anche il tratto tra San Pietro in Selve e Pola.
Sempre nell’ambito del progetto di modernizzazione della ferrovia istriana, sostenuto finanziariamente dalle casse europee, è stato bandito il concorso per la progettazione del tunnel ferroviario di 15 chilometri sotto il Monte Maggiore, che risulterà uno dei più grandi interventi infrastrutturali nella storia della Croazia. Sul versante quarnerino in direzione di Fiume, la linea sarà collegata con la Slovenia e con Trieste. —
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