Vucic ai suoi sostenitori: “La rivoluzione colorata è finita”

'Ripristinare subito l'ordine'. In migliaia lo acclamano

Tripudio, cori da stadio e fuochi d'artificio in serata a Belgrado per il presidente serbo Aleksandar Vucic, che ha parlato davanti a decine di migliaia di persone - 145 mila secondo stime della polizia - radunate intorno al parlamento nel centro della capitale, nell'evento centrale della tre giorni di mobilitazione popolare in suo sostegno.

 

 

Serbia, a Belgrado il raduno dei sostenitori di Vučić
Begrado in attesa della manifestazione di sabato

In un discorso infuocato di oltre mezz'ora - e dopo che alla folla si erano rivolti il leader nazionalista serbo-bosniaco Milorad Dodik e con un videomessaggio il premier ungherese Viktor Orban - Vucic è tornato ad accusare il movimento degli studenti in agitazione, responsabili di aver paralizzato il Paese negli ultimi cinque mesi con cortei e raduni non autorizzati, con l'occupazione di facoltà universitarie, blocchi stradali improvvisi, soprusi di ogni tipo e azioni violente inammissibili in una società democratica. E tutto ciò, ha ribadito, con l'appoggio dell'opposizione e di forze esterne interessate a indebolire e distruggere la Serbia.

"Siamo stati ostaggi di un autentico terrore. Non vogliono le elezioni, non vogliono un referendum sulla mia persona, non vogliono il dialogo. Ma cosa volete?", ha detto Vucic. "La Serbia però si è sollevata e non accetta più tali soprusi", ha aggiunto nel mare di applausi e sventolio di bandiere nazionali.

Dopo aver annunciato ufficialmente la creazione di un nuovo Movimento popolare, destinato a coagulare "energie nuove, persone nuove e motivate e con un programma fino al 2035", Vucic si è soffermato su cinque punti, a suo avviso imprescindibili per il ritorno alla normalità e a rapporti civili e democratici nel Paese. In primo luogo, ha detto, tutti gli organi e istituzioni competenti devono adoperarsi al più presto per il pieno ripristino dell'ordine, della pace e della sicurezza, nel rispetto della legge e della costituzione. Inoltre, va stabilita la responsabilità di tutti coloro che che hanno preso parte ad azioni violente e di vandalismo, attacchi ingiustificati a cittadini pacifici e riunioni autorizzate. Il terzo punto enunciato dal presidente riguarda la necessità di garantire al più presto il ritorno alle lezioni e all'attività didattica di tutti gli studenti e gli universitari che lo desiderino.

E' importante poi individuare tutti coloro che in qualche modo hanno ispirato, aiutato o partecipato ad attività dirette ad attaccare le istituzioni vitali del Paese. Quinto e ultimo punto, il contrasto a ogni tipo di azione che danneggi o paralizzi l'attività economica, e impedisca ai cittadini di vivere normalmente la propria quotidianità. A più riprese negli ultimi giorni Vucic e il governo hanno denunciato un calo del tasso di crescita e del flusso di investimnenti a causa del movimento di protesta.

 

"La rivoluzione colorata è finita. L'attacco alla Serbia è arrivato dall'esterno poichè all'estero vi sono molti che non vogliono vedere una Serbia libera indipendente e sovrana. Non vogliono vedere un Paese che prende da sola le due decisioni. Ma i serbi non consentiranno che il loro Paese venga distrutto", ha affermato Vucic, che al termine del suo discorso ha sventolato a lungo una grande bandiera serba, tra il crepitio di fuochi d'artificio al di sopra del parlamento.

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