Bomba day a Trieste, residenti irritati per il poco preavviso: «Difficoltà per anziani soli e disabili»

C’è chi dormirà in albergo e chi da parenti o amici. L’idea di spostare i veicoli non piace. «Andava fatto di domenica»

Maria Elena Pattaro

«Poco preavviso, difficoltà logistiche soprattutto per le persone anziane e disabili, ma anche per le famiglie con bimbi piccoli. E il cruccio di dove spostare l’auto, visto che nessun veicolo potrà sostare all’interno della Zona Rossa».

Viabilità interrotta e sfollati in piscina durante il Bomba Day a Trieste
Una vista panoramica su Campo Marzio e il porto (Silvano)

Tra Campo Marzio, passeggio Sant’Andrea e Campi Elisi ci si prepara al “Bomba day” di sabato. Martedì mattina non si parlava d’altro. Del resto è una situazione inedita: mille persone da evacuare, attività chiuse (compresa la caserma dei Carabinieri di via Hermet) e stop al traffico in un punto di collegamento nevralgico, con impatti sull’intera città.

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E se nessuno obietta sulla necessità di sgomberare l’area potenzialmente a rischio esplosione, parecchi lamentano lo scarso preavviso con cui le autorità hanno diramato la notizia della bonifica bellica e del relativo piano operativo. L’ordinanza sindacale con le prescrizioni è stata firmata lunedì e martedì mattina sono comparsi i primi avvisi negli androni dei palazzi interessati. Qualcuno aveva già intercettato l’elenco delle vie e delle piazze che saranno off limits leggendo il giornale o attraverso il tam tam sui social.

 

«Ma ci saremmo aspettati un preavviso maggiore – osserva Michela, una giovane mamma che abita in via Hermet –. L’orario è mostruosamente scomodo per famiglie con figli piccoli, come la nostra. Abbiamo un bimbo di 6 anni e per questo abbiamo deciso di trascorrere l’intero weekend fuori città, partendo venerdì sera».

C’è poi la questione delle auto da spostare: nessuno dei veicoli che martedì mattina come qualsiasi altro giorno occupavano persino i marciapiedi, potrà restare lì sabato. «Dove mettiamo le auto, in una città con carenza cronica di parcheggi?», si chiede Michela, che anche per questo ha deciso di andare fuori Trieste già la vigilia dell’evacuazione.

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Una panoramica sull’area che dovrà essere evacuata durante le operazioni di disinnesco della bomba (Silvano)

«Il gatto però resterà a casa: non riusciamo a portarlo con noi», conclude a malincuore, sperando che tutto fili liscio senza esplosioni accidentali né danni collaterali. Situazione simile anche per Rita Pugliese, che abita qualche civico più in là. «Abbiamo un’altra casa in città – dice – passeremo lì il fine settimana». Weekend fuori pure per Simona Marzano, una giovane mamma che, come Michela, ha un bimbo di 6 anni. «Alloggeremo in hotel già venerdì sera perché svegliarsi così presto anche di sabato è complicato – afferma –. E poi non ci sono certezze sull’orario in cui possiamo rientrare...» .

Questo è un tasto dolente anche per Antonella Tirel, titolare della pizzeria Ariston in passeggio Sant’Andrea. «Sabato mattina non apriremo per le colazioni – afferma – e non stiamo nemmeno accettando prenotazioni per pranzo proprio perché c’è incertezza assoluta sull’orario di fine operazioni. Se ci venisse fornita perlomeno una previsione, potremmo organizzarci sul da farsi. Mi chiedo poi in che modo ci verrà comunicato il rientro: tramite altoparlante, sirene, comunicazioni online?».

«Se bisogna sloggiare, si fa... ma che noia non sapere quando potremo rientrare», sbuffa un’anziana uscendo da un condominio di via Hermet insieme alla figlia. Piglio giovanile, giacca in jeans e occhiali da sole, dimostra meno anni di quelli che ha. «Andrò in albergo o mi farò ospitare da qualcuno», dice facendo spallucce. Maria Luisa Tullio, anziana che abita in via Tedeschi, invece non deve preoccuparsi di nulla. «Mia figlia ha pensato a tutto: mi ospiterà a casa sua», sorride tirando il carrellino della spesa. Svoltato l’angolo, Sergio Camuffo e la moglie Ornella passeggiano con la loro cagnolina Molly. Novant’anni lui, 83 lei. «Non facciamo lunghi tratti a piedi – ammettono – e se bloccano anche i bus non possiamo spostarci chissà dove. Andremo in un bar fuori dalla zona rossa e aspetteremo lì. Magari da Eataly se ci arriviamo. Molly? Verrà con noi».

Non tutti sono così fortunati da avere qualcuno che si preoccupa per loro o da essere autonomi negli spostamenti. «Qui vivono alcune persone disabili, che sono in sedia a rotelle o allettate – spiega Anna Maria Bonetta, titolare della pulitura Mille Bolle di via Hermet –. Sarebbe stato opportuno avvisare con maggiore anticipo proprio per facilitare la logistica. Mi sarei aspettata, poi, che il “Bomba day” fosse di domenica, quando molte attività sono chiuse, in porto c’è meno movimento e molte famiglie sono già fuori casa per gite o giretti». —

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