A Gorizia risonanza magnetica ferma per lavori. E i pazienti "emigrano"

GORIZIA Disagi ci saranno. Inutile negarlo. Inutile nascondersi dietro a un dito. Ma poi, fa sapere l’ufficio stampa dell’Azienda sanitaria Bassa Friulana-Isontina, il “San Giovanni di Dio” e i pazienti goriziani e isontini disporranno di un’apparecchiatura per la risonanza magnetica dalle altissime prestazioni. Sarà, insomma, al top della qualità. Una sorta di Ferrari, per usare un termine di paragone automobilistico, che non ha eguali in regione.
Sì, il macchinario dal 16 agosto e per un paio di mesi, finirà ai box, per una sorta di pit stop prolungato e accurato che lo trasformeranno in un qualcosa di assai più avanzato tecnologicamente. «In pratica - spiega l’ufficio stampa aziendale - la risonanza magnetica sarà oggetto di upgrade, ovvero di un aggiornamento informatico importante». Non solo. Si procederà anche a un adeguamento generale e a un allargamento dei locali. In sostanza, per due mesi, i pazienti dovranno subire qualche disagio ma con la certezza che, passato il periodo dei lavori, potranno ritrovare un’apparecchiatura praticamente nuova, con prestazioni migliori e più al passo con i tempi.
Per il periodo in cui la strumentazione sarà out, l’utenza verrà smistata fra Monfalcone, Palmanova e Trieste. Certo, i pazienti dovranno portare pazienza e sobbarcarsi qualche chilometro in più, ma non ci sono scelte. Del resto, già nei mesi scorsi, la risonanza mise in mostra limiti legati proprio alla sua obsolescenza. «Andremo a sostituire pure il software - disse in tempi non sospetti il commissario straordinaria dell’Azienda sanitaria, Antonio Poggiana -. In questa maniera, avremo un macchinario praticamente nuovo di zecca».
Peraltro, anche se la risonanza sembra un’apparecchiatura giovane, installata da poco, in realtà di tempo ne è già passato parecchio e si può tranquillamente sostenere che si tratta di un’apparecchiatura invecchiata.
Come si ricorderà, l’acquisto della risonanza magnetica fu una corsa ostacoli che riempì le cronache locali. Per mesi si lavorò per acquistare un’apparecchiatura transfrontaliera assieme alla vicina Slovenia, poi non se ne fece nulla perché l’ospedale di Sempeter Vrtojba optò per l’acquisto autonomo del macchinario. L’attrezzatura, dicevamo, è ormai superata, nel senso che venne inaugurata in via Fatebenefratelli nell’ormai lontano 2006, quando ancora il nuovo San Giovanni di Dio non era ancora aperto. A vincere l’appalto fu la Philips che fornì una strumentazione da 1,5 Tesla, una delle più potenti e moderne in commercio. In quei tempi. —
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