A Muggia il “fantasma” del Salvatore Secondo, l’avo del Delfino Verde

Il relitto ospitato da un po’ di tempo al cantiere San Rocco  è del traghetto che nel ’99 solcò per mesi il mare triestino

TRIESTE A Muggia, di questi tempi, posizionato sullo scivolo d’ingresso in acqua del cantiere San Rocco, c’è il relitto di un’imbarcazione che, seppur per brevissimo tempo, ha fatto parte della storia della cittadina rivierasca e che ora attira la curiosità dei muggesani su Facebook. L’imbarcazione in questione è una vecchia nave traghetto che a tanti muggesani, ma anche a tanti triestini, ricorderà le traversate estive di oltre vent’anni fa.

Si chiama, o meglio si chiamava, Salvatore Secondo. Costruita nel cantiere norvegese di Aukra, come riporta www. trasporti-fvg.it, nel ’67 la nave traghetto, dopo circa vent’anni di servizio sulle rotte dell’estremo Nord, viene ceduta alla Navigazione Scotto di Ciccariello Gennaro di Procida (Na), che la immette in servizio sui propri collegamenti nel Golfo di Napoli. Nel 1992 passa alla Società Procida Mar, ugualmente di Procida, nel 1994 viene trasferita alla Traghetti Procida e poi, nel 1996, alla Procida Lines 2000.

Una storia sfortunata, quella dell’imbarcazione, in acque triestino-muggesane, e di breve durata: nel 1999 la Procida Lines vince infatti l’appalto per i servizi di navigazione nel Golfo di Trieste e dal 15 luglio di quell’anno la nave entra in servizio lungo la linea marittima Muggia-Trieste-Grignano, riscuotendo un successo al di là di ogni previsione, tanto che i collegamenti marittimi, destinati inizialmente a concludersi con la fine della stagione estiva, vengono estesi fino alla fine dell’anno.

La sfortuna volle che, nonostante l’imbarcazione dall’inconfondibile livrea biancoblu fosse entrata prepotentemente nelle abitudini di chi preferiva fare una suggestiva traversata per giungere all’attracco del molo Audace o a quello muggesano piuttosto che usare l’auto, una grossa avaria all’apparato motore mettesse fuori uso il traghetto il 15 ottobre dello stesso anno, concludendo anzitempo il suo utilizzo.

Intanto erano state gettate le basi per una tratta annuale tra il capoluogo regionale e la cittadina istroveneta che ancora oggi funziona molto bene ed è molto apprezzato. E a testimonianza del, pur breve, utilizzo da parte della cittadinanza muggesana della Salvatore Secondo, che può esere in sostanza considerato un “avo” del Delfino Verde, sulla pagina del gruppo Facebook “Te son de Muja se...” sono apparse alcune testimonianze, come quella di M.F., che scrive: “Povero Salvatore II, quante gite in arrivo in piazza Unità”. O come quella di S.R., che ricorda come ci si potesse imbarcare anche con lo scooter, o ancora quella di F.C., che rammenta il fatto che per far manovra venisse lanciata l’ancora per far perno.

Oggi l’imbarcazione “spiaggiata” si presenta in pessimo stato, almeno da quel che si intravede dal di fuori del cantiere. Frutto di decenni di abbandono, che l’hanno vista transitare dal Molo Fratelli Bandiera al Porto nuovo, fino al Canale navigabile, da dove, nel giugno di cinque anni fa, “tentò la fuga” in solitaria, dopo la rottura degli ormeggi, e dove venne subito riportata dalla Capitaneria e da un rimorchiatore. E li è rimasta appunto fino ad alcuni mesi fa, quando ha preso la strada dei cantieri muggesani per essere, con ogni probabilità, smantellata. Prima del Salvatore Secondo, come riporta sempre www.trasporti-fvg.it, nel 1987 era stato l’aliscafo Freccia del Giglio, che aveva cominciato l’attività nel lontano ’64 sul lago di Ginevra, a offrire un collegamento in zona, anch’esso di breve durata.—


 

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