A Muggia la raccolta di cozze rimane proibita

Da gennaio la presenza di benzo(a)pirene nei molluschi tiene sotto scacco anche la vendita. Disco verde per le altre zone

MUGGIA

Pedoci muggesani ancora off-limits. Prosegue la sospensione della raccolta e il divieto di immissione sul mercato dei molluschi bivalvi allevati nelle acque antistanti il territorio muggesano (Ts 02).

Revocata invece la sospensione per le zone di produzione di Santa Croce (Ts 06), Canovella (08), Duino (10) e Villaggio del Pescatore (11) perché almeno due campioni, analizzati dall’Istituto zooprofilattico delle Venezie, hanno riportato parametri conformi.

Una chiusura, quella muggesana, che va avanti da gennaio a causa soprattutto dell’incertezza relativa alla questione del rilevamento di benzo (a)pirene.

Pare invece sia stato superato, almeno per gli allevamenti di mitili a nord di Trieste, la questione della presenza oltre i limiti consentiti di biotossina algale liposolubile Dsp, acronimo di Diarrethic Shellfish poisoning, oltre che di un elevato tenore di acido okadaico, che era stata riscontrata praticamente lungo tutta la costa triestina interessata dagli allevamenti.

«Per quel che concerne le biotossine – ha spiegato Paolo Demarin, direttore del dipartimento di prevenzione della struttura complessa di igiene degli alimenti di origine animale di Asugi – le ultime analisi sono conformi», invece per la presenza dell’idrocarburo «proseguiamo ancora e aspettiamo le evidenze delle analisi e le valutazioni generali degli enti preposti alla tutela ambientale».

Il Dipartimento di Gorizia dell’Asugi è il centro di riferimento regionale per le biotossine algali, è in stretta connessione con il centro di riferimento nazionale per le biotossine marine di Cesenatico per la vigilanza della qualità dei molluschi nell’Alto Adriatico, e controlla dal 1989 il fenomeno evolutivo delle alghe marine tossiche e potenzialmente tossiche ed esegue sui molluschi bivalvi la ricerca di tossine. —



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