A Portorosega i container di Trieste

L’assessore regionale alle infrastrutture Santoro anticipa le linee strategiche e definisce la riforma «indifferibile»
Bonaventura Monfalcone-09.01.2013 Movimentazione legna-Porto-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-09.01.2013 Movimentazione legna-Porto-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

No a ritardi per la legge di riforma del sistema portuale nazionale, Monfalcone è uno dei tasselli importanti in Fvg, la riforma lo riguarda in prima battuta, lo scalo non opererà in maniera autonoma ma inserito in una “piattaforma logistica unitaria” con una “governance di sistema”. A fare chiarezza sullo scalo di Monfalcone è l’assessore regionale alle infrastrutture Mariagrazia Santoro che delinea, in termini positivi, il futuro del porto di Monfalcone. «La Regione Friuli Venezia Giulia - spiega l’assessore - è in una posizione strategica, affacciata sul mare e posta al crocevia tra il corridoio Baltico – Adriatico e il corridoio Mediterraneo e pertanto va pensato come una piattaforma logistica unitaria. In questa visione la Regione ha sempre indicato la necessità di adeguare le infrastrutture portuali regionali in un'ottica di sistema, attraverso la dotazione di nuovi strumenti pianificatori e l'opportunità di creare una governance di sistema per i tre porti di Trieste, Monfalcone e San Giorgio di Nogaro così come è necessaria una “cabina di regia” unitaria per le quattro strutture interportuali di Cervignano, Pordenone, Fernetti e Gorizia, al fine di garantire un sistema efficiente alle funzioni retroportuali».

Non si tratta di perdita di autonomia per Monfalcone, ma assunzione di un ruolo chiave all’interno della piattaforma logistica regionale con uno sviluppo che da un lato dovrebbe potenziare la vocazione tradizionale dello scalo per le merci varie, e dall’altro dovrebbe sviluppare alcune funzioni a supporto degli altri porti, Trieste in particolare. A tratteggiare in maniera concreta questo futuro ci sta pensando la Regione (competente sulla pianificazione secondo la legge 12 del 2012) che sta lavorando, dopo aver messo in piedi un gruppo di lavoro, a uno strumento chiave per lo sviluppo portuale: il piano regolatore portuale. È dal 1979 che Monfalcone non ha un aggiornato strumento urbanistico e logistico indispensabile per i nuovi progetti, la cui mancanza ha provocato grossi problemi e il rischio di blocco.

Per preparare l’atto strategico di sviluppo sono stati già sentiti tutti i soggetti interessati (enti, operatori, realtà economiche che ruotano attorno allo scalo). La Regione dovrebbe “consolidare” la vocazione del porto con la realizzazione di nuovi spazi e banchine e preparare il futuro. Tra le idee emerse la possibilità di ricavare anche un’area dedicata al traffico di container da avviare in appoggio al porto di Trieste con un collegamento attraverso un traffico di feederaggio. Si sta pensando anche al tombamento della darsena o di una parte, e non è escluso che sia realizzata anche una piccola stazione per i passeggeri.

In questo quadro si punta ovviamente anche allo sviluppo delle aree portuali e retroportuali del Lisert dove saranno recuperate tutte le funzionalità connesse per mettere in rete le zone logistiche. Proprio per questo è necessario che viaggino alla svelta e in parallelo, da un lato l’iter del piano regolatore (ma bisognerà combattere con i tempi lunghi della burocrazia) e dall’altro anche le proposte di legge che a livello nazionale puntano alla riforma e razionalizzazione del sistema portuale nazionale e del Fvg. «Una riforma della legge è indifferibile - conclude l’assessore Santoro - e la portualità del Friuli Venezia Giulia ha le carte in regola per essere pienamente competitiva».

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