A Remanzacco sindaco & co barricati in Comune prima del “ricovero” domestico

“Viaggio” a Remanzacco dove al mattino è arrivata la notizia della positività di un membro di giunta. Municipio blindato con la gente dentro mentre al bar i pensionati giocano a briscola 
Il Municipio di Remanzacco
Il Municipio di Remanzacco

REMANZACCO Dal Piemonte a Udine e dà lì a Trieste, Praga e ora Remanzacco. Il coronavirus trasmesso al convegno di agronomia all’ateneo friulano di poco più di una settimana fa rimbalza come una pallina da flipper. È arrivato pure all’interno della giunta di un piccolo paese a metà strada tra il capoluogo friulano e Cividale: l’assessore Giorgio Bevilacqua, la moglie, presente a quel convegno, e un parente stanno bene, ma sono contagiati. Un’altra ventina di persone, tra amministratori e dipendenti del Comune, sono da ieri sera nelle loro abitazioni e vi dovranno restare per una decina di giorni.



All’esterno del Municipio, subito dopo ora di pranzo, l’avviso della chiusura degli uffici. Nel bar di fronte, in un giorno di fitta pioggia, la gente non sembra preoccupata. La ragazza dietro al bancone serve un caffè e una birra, dice di avere sentito parlare da qualche cliente del virus in Comune, di non averci fatto troppo caso. In fondo alla sala, friulano stretto, qualche moccolo, un gruppetto di pensionati gioca a briscola, gli amici fanno il tifo. Non sembra un giorno diverso dal solito a Remanzacco. Ma in Comune il virus potrebbe esserci davvero e chi ci è entrato al mattino deve chiudersi dentro qualche ora dopo, per capire come comportarsi. «Siamo qui, ci hanno detto di aspettare», dice nel primo pomeriggio il sindaco Daniela Briz. Un’attesa lunga ore, fino all’indicazione della contumacia. «Il tampone? No, ci hanno detto che è non necessario in assenza di sintomi. Ma la giunta è in isolamento. Come pure i consiglieri di maggioranza, il segretario comunale e quattro dipendenti». Sono le persone che hanno avuto contatto, nell’ultima seduta di giunta, giovedì scorso, con l’assessore. Nessuno avrebbe immaginato il rischio da coronavirus, ma ieri è arrivata al sindaco la telefonata del diretto interessato e pure quella dell’assessore regionale alla Salute Riccardo Riccardi che le hanno comunicato l’esito del tampone. Un altro incrocio casuale. E, come già domenica, un altro effetto del convegno in università, il 20 e 21 febbraio, una due giorni a Palazzo Toppo Wassermann. Il virus arriva dal Piemonte, lo porta non un relatore, ma un uditore, che quando rientra nella sua regione ha qualche sintomo, si insospettisce, fa il test e lo trovano positivo. Non l’unico, perché appunto negli ultimi giorni si scopre che a contrarre il Covid-19 in quell’occasione, presenti una cinquantina di persone, sono stati anche tre docenti di Udine, un ricercatore di Trieste e la moglie dell’assessore di Remanzacco. Tutti in casa, una certa distanza dai familiari, l’obbligo di seguire le direttive dei sanitari.

«Siamo asintomatici – conferma Bevilacqua –. Dobbiamo solo rispettare la quarantena domiciliare e tutte le prescrizioni di igiene e comportamento indicate dall’autorità sanitaria».

«Domani (oggi, ndr) – aggiunge il sindaco – ci verranno a portare le mascherine e ci daranno ulteriori informazioni. Poi lavoreremo da casa, il Comune non si ferma». Ma c’è anche da far passare la paura a qualche concittadino: «C’è già qualcuno che ci considera degli untori, gira pure una fake news sul mio assessore presente all’incontro dei sindaci in auditorium Comelli in Regione a Udine nel primo giorno dell’ordinanza che ha chiuso scuole e altro. Ma a quel vertice il mio assessore non c’era, c’ero io. E stiamo tutti molto bene».—


 

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