A Ronchi ufficio postale chiuso per cinque mesi: lettera al prefetto

L’opposizione s’appella a Ricciardi perché entri in pressing coi vertici della società: «Esiste un ufficio mobile ora inutilizzato a Venezia, lo potrebbero spostare qui»

Luca Perrino
Le poste a Ronchi
Le poste a Ronchi

Una lettera al prefetto di Gorizia, Raffaele Ricciardi, per chiedere un suo intervento rispetto a una questione che, nelle ultime settimane, sta prepotentemente tenendo banco a Ronchi dei Legionari. Vale a dire la chiusura, per lavori di ammodernamento, dell’ufficio postale di via Fratelli Cervi.

È quella inviata, via pec, dai consiglieri comunali di opposizione Alessandra Marocco, Vincenzo Borgia, Sara Bragato, Paola Conte, Massimo Di Bert e Livio Vecchiet. Mancano all’appello solo Salvatore Acampora e Boris Dijust.

Poste chiuse per cinque mesi, a Ronchi monta la protesta

I firmatari chiedono che il prefetto Ricciardi si attivi, nei confronti di Poste Italiane, affinché, per il tempo necessario ai lavori, possa essere ripristinato il servizio a Ronchi mediante l’utilizzo di una struttura mobile, ovvero di un camper che altrove è già in dotazione a Poste Italiane, al fine di garantire la continuità di un servizio essenziale per tutta la cittadinanza.

«La decisione di chiudere l’ufficio – scrivono gli esponenti dell’opposizione – sta causando notevoli difficoltà alla nostra comunità, in particolar modo alle persone più fragili, anziane e con difficoltà motorie, che si trovano, ora, costrette a recarsi all’ufficio postale di Monfalcone, per usufruire dei servizi essenziali. La promessa poi di aprire lì uno sportello dedicato all’utenza di Ronchi dei Legionari, di fatto, non è mai avvenuta. È evidente che tale spostamento risulta particolarmente gravoso per chi non dispone di mezzi di trasporto propri o ha limitate capacità di mobilità. La ringraziamo anticipatamente – si rivolgono così i firmatari al prefetto di Gorizia – per l’attenzione che vorrà dedicare a questa nostra istanza».

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Il sindaco di Ronchi Benvenuto

I consiglieri d’opposizione si affiancano così al sindaco Mauro Benvenuto che già nei giorni scorsi aveva espresso la sua profonda delusione. «Pur riconoscendo che il primo cittadino si è probabilmente speso con Poste per evitare il disservizio, e avendo lui ricevuto quella che poi si è rivelata una falsa promessa, vale a dire lo sportello dedicato, seppur in qualità di consiglieri di minoranza – afferma Alessandra Marocco a nome di tutti gli altri – abbiamo ritenuto tuttavia di porre in essere un’azione più forte e, quindi, di rivolgerci al prefetto per evidenziare il disservizio e il comprensibile disagio dei ronchesi, specie per i più fragili. Abbiamo avuto contezza, da nostre informazioni, che un camper postale si trova ora parcheggiato a Venezia e che potrebbe essere pronto a sostituire parte dei servizi a Ronchi. Magari solo quelli essenziali. Se la nostra richiesta al prefetto potesse smuovere qualcosa, ciò ci renderebbe felici e darebbe un senso alla nostra azione».

Dai giorni scorsi, va sottolineato, l’amministrazione comunale è corsa ai ripari per lenire, almeno in parte, i disagi. Lo sportello che si occupa nel palazzo municipale del rilascio delle Cie, le Carte d’identità elettroniche, ha già attivato la possibilità, per tutta la durata di chiusura degli sportelli postali, di richiedere la consegna del documento direttamente in Municipio. La Cie, infatti, non viene stampata e consegnata direttamente allo sportello al momento della richiesta, ma viene spedita tramite raccomandata, all’indirizzo indicato dal richiedente, indicativamente entro sei giorni lavorativi dalla richiesta, e ciò direttamente dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. —

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