A Santa Maria Maggiore i capelli di Papa Wojtyla

In altre città arriva il sangue, a Trieste verrà esposta una ciocca di capelli. Appartengono a Papa Giovanni Paolo II le reliquie al centro del momento di preghiera e di particolari devozioni in programma nel pomeriggio di domenica 15 gennaio, nella chiesa di Santa Maria Maggiore, in via del Collegio 6, incontro a cura della sezione locale del Gruppo “Volontario di Preghiera Gesù Misericordia Infinita” in collaborazione con l' Adim della regione (Alleanza Dives in Misericordiam), Fraternità carismatica cattolica di Diritto pontificio. Il programma prevede la messa alle 16, preceduta verso le 15 dalla parte più attesa, quella dedicata alla meditazione e alla possibile “impetrazione di grazie” e di intercessioni, atti che ben miscelano fede, misticismo e sano pragmatismo.
Le reliquie del Beato Karol Wojtyla giungono al seguito di monsignor Jarek Cielecki, vescovo di origine polacca, già vertice della Vatican Service News e più volte testimone degli innumerevoli viaggi all'estero compiuti durante il pontificato di Giovanni Paolo II: «Si tratta di un incontro cattolico, aperto a tutte le confessioni e movimenti religiosi, senza distinzione – specifica Alessandra Cisilino, ideatrice dell'appuntamento e coordinatrice del Gruppo Volontario di Preghiera, realtà solita a radunarsi nel pomeriggio di ogni quarto sabato del mese nella parrocchia della Madonna del Rosario, in Città Vecchia. «Vogliamo che questa sia un’occasione per tutti, offrendo un momento di preghiera nello spirito universale della tradizione cattolica».
Preghiera, aggregazione e richiesta di grazie e di guarigioni, magari non solo fisiche. Reliquie o no, l'attesa si concentra su questi aspetti, annunciata da una singolare forma di “promozione”, quasi uno spot: «Il sangue è la reliquia più preziosa ma anche i capelli sono fondamentali – assicura Cisilino – senza contare che dopo la Santa Vergine e l'Altissmo, pare sia Wojtyla a diffondere le maggiori grazie, tramite lui sono le più frequenti. Ma attenzione, stiamo parlando di mediatori di grazie. Quello che conta è la preghiera. È un momento particolarmente duro, per vari motivi, dalla crisi alle depressioni. L'intercessione di un Beato molto seguito e amato come Wojtyla possono essere di grande aiuto all'uomo». La figura Papa Giovanni Paolo II resta quindi da podio in fatto di interventi celesti, anzi da “mediatore”, ruolo che tuttavia non va confuso con aspetti della spettacolarizzazione religiosa, in agguato in eventi simili: «Siamo nel rispetto della tradizione – assicurano gli organizzatori – alla base figura sempre la purezza nella preghiera».
Francesco Cardella
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