A scuola di cucina con gli “chef” a rotazione

Previsti corsi didattici sull’alimentare che saranno gratuiti per bambini e pensionati
Silvano Trieste 08/11/2012 ex Magazzino Vini
Silvano Trieste 08/11/2012 ex Magazzino Vini

Non sappiamo ancora se il frenetico mondo della ristorazione triestina, quella ormai “seriale” sulle Rive per esempio, trema all’idea di avere un Eataly con decine di ristoranti e “take away” sotto il naso, quel che certamente sappiamo è che i Farinetti guidano il bus degli affari con il motore della cultura alimentare: con loro è Slow food, con loro sono il “vivere a spreco zero” di Andrea Segrè, il biologico, il “chilometro zero”, il prodotto locale di “eccellenza” qualitativa, e anche il lato professorale: insegnare le fondamenta buone del cibo e del suo significato a partire dalla tenera età, e attirando specialmente due fasce anagrafiche, i bambini affinché crescano con radici sane, e i pensionati forse perché hanno più tempo per pensare a quel che mettono in pentola. Solo per loro i corsi di alimentazione e cucina saranno gratuiti, gli altri richiederanno un medio pagamento.

Proprio per non fornire a Trieste un Eataly ristretto da questo punto di vista si è preferito allungare i tempi pur di allargare gli spazi. Il dépliant che nelle sedi già attive annuncia i corsi didattici degli Eataly ha otto facciate fitte. Cucina secondo stagioni, Cucina senza sprechi. Ricette regionali. Informazioni basiche sull’alimentazione. Corsi teorici e corsi pratici. Corsi pensati per le scuole.

«Sono previsti anche eventi e incontri - anticipa Antonio De Paolo, socio triestino dei Farinetti -, e anche prove pratiche, perché le sale didattiche avranno una cucina a disposizione, dove mettere in pratica insegnamenti e suggerimenti. A turno saranno invitati “chef” di nome, e anche rappresentanti regionali della miglior ristorazione, o esperti nel campo, che racconteranno le loro esperienze e le loro ricette».

Questo particolare aspetto di Eataly ha trovato un forte consenso nella Fondazione CrTrieste: «L’aspetto didattico avverrà in collaborazione - afferma infatti De Paolo -, perché la stessa Fondazione aveva fra i suoi obiettivi quello di creare nel Magazzino vini un centro di attività culturale a favore dell’intera città. Grazie a questa grande unità d’intenti è stato trovato l’accordo per ottenere un piano in più dell’edificio, e l’attività didattica verrà promossa da noi ma anche dalla Fondazione». Uno sposalizio d’interessi che dunque ha trovato anche basi “morali” nella comune missione dell’interesse civile. Una cosa tira l’altra, e il modello sta funzionando perfino troppo: «I Farinetti - conclude De Paolo - sono subissati da richieste di nuove aperture da tutto il mondo. I progettisti quasi non riescono più a starci dietro...» (g. z.)

Riproduzione riservata © Il Piccolo