A scuola di fumetto per dar vita alle storie

I corsi della scuola Grafite Zerocinque di Paola Ramella: «Alieni, robot e un frigo parlante dalla fantasia alla carta»

TRIESTE «È cominciato tutto tredici anni fa: non ho fatto altro che mettere in pratica quello che avrei voluto esistesse già quando ero bambina, visto che passavo il tempo a disegnare fumetti riempiendo agende e quaderni», racconta Paola Ramella, artista e responsabile della Scuola di Fumetto Grafite Zerocinque di Trieste. Qui, ogni anno, una trentina di bambini frequenta le lezioni e, alla fine del corso, ognuno di loro avrà scritto, disegnato e realizzato il proprio libro.

«Mi appassiona l’idea di fornire gli strumenti per realizzare le loro fantasie in maniera tecnica e comprensibile anche agli altri. In molti vengono alla Scuola di Fumetto perché amano disegnare, alcuni perché hanno tante storie da raccontare», aggiunge Ramella.

Nelle aule di Grafite Zerocinque si insegnano due materie: il disegno e la sceneggiatura. La scuola dura da ottobre a giugno, con cadenza settimanale, ed è dedicata ad allievi dai nove anni in su. «Ma le eccezioni ci sono sempre perché i bambini non sono tutti uguali», continua Ramella.

Uno dei primi passi è imparare a riprodurre bene il corpo umano. «Abbiamo uno scheletro a grandezza naturale: disegniamo le mani, il viso e le espressioni del volto, anche se spesso i protagonisti delle storie poi sono alieni, robot, gatti, ma non mancano anche i frigoriferi parlanti». Da Grafite Zerocinque si impara poi a conoscere aspetti come la prospettiva, le inquadrature, la struttura della storia e poi, con pazienza, si comincia a mettere una vignetta dietro l’altra.

Ma attenzione: il lavoro non può mai essere portato a casa e così i bambini devono salutare i loro personaggi e aspettare la lezione della settimana successiva. «Pian piano viene realizzato quello che prima era solo una fantasia. Nessuno prova invidia verso l’altro perché si prende spunto dal compagno più bravo e tutti sono curiosi di vedere come vanno a finire le diverse avventure».

L’unica regola da rispettare è che la storia funzioni, non importa quanto assurda sia.

«Dico loro che devono esser i primi a voler bene ai loro personaggi – conclude sorridento Ramella –. E per aiutarli, chiedo: “Dov’è il materiale per ricaricare la batteria del robot? La stella marina ha sparato con una pistola sola? Ma ice-man e la ciliegia non erano amici?”. —

E.M.

BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI


 

Argomenti:peterpan

Riproduzione riservata © Il Piccolo