A Trieste il summit regionale Pin: «Monfalcone ai margini»

Ormai è deciso: la sesta Conferenza regionale sull’amianto si terrà il 15 maggio a Trieste, ospitata al Palazzo Ferdinandeo. E da Monfalcone si leva forte l’obiezione: «La città, con tutti i suoi “martiri” e le sue problematiche sanitarie e ambientali ancora in atto, viene lasciata ai margini». A sottolinearlo è l’assessore all’Ambiente, Gualtiero Pin, che “incassa” la decisione assunta dalla Commissione regionale per l’amianto non senza lesinare in puntualizzazioni: «La conferenza avrebbe dovuto tenersi a Monfalcone. Circa un mese fa c’è stato un sopralluogo in città da parte dei componenti della Commissione regionale per l’amianto, ma alla fine la decisione è caduta su Trieste. Rilevo, peraltro, una presenza istituzionale e politica monfalconese irrisoria. Ciò rivela quantomento l’insensibilità nei confronti di un territorio già pesantemente colpito da questo dramma, destinato a persistere con le sue ripercussioni». Pin cita un rapporto su tutto, desunto dal monitoraggio portato avanti dal Crua: nell’ultimo anno sono state visitate 210 persone. Di queste, il 70,3% ha rilevato la presenza di placche pleuriche, il 25% l’insorgenza di neoplasie, di cui il 7,8% da mesotelioma e il 14% da tumore polmonare. Il 4,7%, inoltre, ha registrato la presenza di asbestosi e l’1,2% ha rilevato il tumore al colon.
Da qui, dunque, la necessità di mantenere alta l’attenzione sul “caso Monfalcone”: «La lotta all’amianto - evidenzia l’assessore Pin - dev’essere portata avanti, quale espressione dell’intera comunità, a tutto campo, sotto il profilo dell’implementazione della ricerca clinico-scientifica e di assistenza ai malati e familiari, ma anche in merito alla bonifica ambientale, fondamentale considerata la presenza di soggetti già debilitati o a rischio». Pin quindi ribadisce: «Monfalcone ha diritto ad essere sede di discussione sul tema-amianto, in termini concreti e di elaborazione di risposte adeguate. Non si può sempre pensare che la città non esista, se non per la presenza di grandi insediamenti produttivi e di livelli di inquinamento elevati, seppure all’interno dei limiti di legge. Il fatto che Monfalcone partecipi marginalmente alla conferenza regionale, rappresenta un segnale chiaro di come il territorio conti ben poco, pur fortemente industrializzato e storicizzato dal punto di vista dell’inquinamento. Così sembra che si preferisca gestire una conferenza su situazioni pregresse, piuttosto che affrontare le problematiche attuali e soprattutto future. Per la nostra area, infatti, studi e statistiche indicano un inquinamento da amianto ancora presente e fortemente radicato. E se c’è un luogo dove poter avviare opportune e necessarie valutazioni in relazione all’impatto sanitario e ambientale, quello è Monfalcone. La conferenza poteva essere un momento di discussione importante anche a livello della azioni di bonifica dell’amianto, ponendo altresì il problema del “restauro” territoriale del paesaggio industriale».
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