A Trieste le religioni monoteiste a confronto su diritti e convivenza

il dibattito
Le voci in rappresentanza delle principali fedi monoteiste si sono date appuntamento ieri alla sala Maggiore della Camera di Commercio Venezia Giulia, per prendere parte alla conferenza “Cultura, società, formazione e religioni”, nella giornata del via ufficiale al simposio internazionale GeoAdriatico, ospitato in città fino a domenica.
Un appuntamento, quello di ieri pomeriggio, che si è trasformato in un’occasione di arricchimento e di confronto tra credi diversi, come ha spiegato Roberto Vitale, presidente della Vitale Onlus: «La presenza delle autorità religiose che ci hanno raggiunto a Trieste è molto preziosa, ci aiuteranno a dibattere di formazione religiosa e di dialogo interreligioso. Proprio qui, in una città che è multietnica, multiconfessionale e multirazziale, e che è al centro del mondo».
Dal senso della morale, al significato di una vera fratellanza. Dal diritto degli oppressi, alla costruzione di una convivenza pacifica. Sono stati molti e complessi i temi toccati durante l’incontro, che è stato moderato dalla funzionaria dell’Uwc Adriatic Maria Chiara Billi e a cui hanno preso parte l’Imam Nader Akkad, dell’Unione delle comunità islamiche, Dusan Djukanovic, della comunità serbo-ortodossa, Ariel Haddad, rabbino capo della Comunità ebraica di Lubiana, Joseph Levi, rabbino emerito di Firenze, Adbellah Redouane, segretario generale del centro islamico culturale d’Italia e monsignor Amborgio Spreafico. Sei personalità coinvolte in progetti sia in ambito locale che nazionale, intenzionate a offrire il proprio contributo allo sviluppo del dialogo interreligioso in quanto «elemento chiave nella sfida della convivenza pacifica e fraterna che si affaccia all’umanità di questo secolo, che non da ultimo - ha sottolineato la moderatrice Maria Chiara Billi, prima di dare la parola ai diversi relatori - si è dovuto confrontare con il rafforzarsi dei populismi, degli estremismi, con una pandemia e con l’incombere di sfide sempre più pressanti». —
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