Abiti usati, “fame” di cassonetti

Cresce la quantità di vestiti donati dai triestini. In arrivo a fine anno 30 nuovi contenitori per la raccolta
Lasorte Trieste 09/06/17 - Cassonetti per la Raccolta di Vestiti Usati
Lasorte Trieste 09/06/17 - Cassonetti per la Raccolta di Vestiti Usati
Contenitori stracolmi di abiti, borse abbandonate all’esterno, indumenti lasciati a terra. Si presentano così da alcuni giorni i cassonetti gialli per i vestiti usati sparsi in giro per la città. Il motivo? Il picco di generosità da parte dei triestini nei momenti tradizionalmente dedicati al cambio degli armadi. A spiegarlo sono i vertici della cooperativa Querciambiente, che si occupa del servizio di raccolta degli abiti (i cui proventi, come spieghiamo nel box a fianco, vengono in parte donati alla Caritas). Vertici che, in seconda battuta, chiamano in causa anche un problema logistico in via di risoluzione.


«Il sistema - spiega Dario Parisini presidente di Querciambiente - prevede l’uscita quotidiana di un automezzo con operatore, che assicura la vuotatura settimanale dei più di cento cassonetti posizionati sul territorio provinciale. Nei periodi di cambio stagione, tra maggio e giugno e tra settembre e ottobre, tutto viene messo sotto pressione e a volte nemmeno l’inserimento di un rinforzo in mezzi e personale è in grado di assicurare un ritmo che eviti il conferimento esterno da parte dei cittadini. In queste ultime settimane inoltre abbiamo dovuto subire un rallentamento delle spedizioni dei rimorchi sui quali vengono stivati gli indumenti usati, per il trasporto agli impianti di destinazione finale, a causa di una contingente situazione di difficoltà nella logistica di tutto il sistema nazionale di raccolta, che di conseguenza non ci ha permesso di avere uno sfogo nello stoccaggio del materiale nel nostro sito. Nelle prossime settimane contiamo di risolvere tutto - puntualizza - perché avremo a disposizione il nuovo impianto autorizzato per lo stoccaggio degli indumenti usati nella nostra nuova sede operativa di via Cavalieri di Malta, che ci consentirà di avere una capienza notevole di stoccaggio del materiale, evitando così le difficoltà e le limitazioni derivanti dall’attuale sistema».


La generosità dei triestini, spiegano ancora dalla coop, è talmente forte che a breve verranno posizionati ulteriori contenitori, che andranno a soddisfare la crescente richiesta. «In base a un programma appena approvato – prosegue Parisini - entro la fine dell’anno posizioneremo trenta nuovi punti raccolta, una decina ancora nel 2018. I cittadini danno molto, l’ultima rilevazione, che risale al 2015, contava 500 tonnellate di indumenti consegnati in un anno. Il 70% viene riciclato, il 20% va venduto ai mercati così com’è, il 10% viene buttato perché considerato rifiuto. È importante ricordare che i proventi vanno a sostenere una realtà come la nostra che si occupa di inserimento lavorativo di persone fragili. Regalare i vestiti vuol dire quindi sottrarli all’inceneritore e rimetterli in un ciclo produttivo, con due vantaggi, per l’ambiente e per la collettività, grazie allo scopo sociale dell’iniziativa».


A Trieste la raccolta viene effettuata grazie alla collaborazione tra Querciambiente e AcegasApsAmga. Nei contenitori gialli è possibile conferire abiti, maglieria, biancheria, cappelli, borse, cinture, coperte, scarpe appaiate e altri accessori, lana in gomitoli, scampoli di tessuto, il tutto in buste chiuse. Non vanno introdotti indumenti molto sporchi, tappeti, materassi, scarponi da sci, stivali di gomma, pattini, ombrelli e materiali non tessili.




Riproduzione riservata © Il Piccolo