Addio ai Clemente Tutta la vita assieme nel ristorante a Pieris

SAN CANZIAN D’ISONZO. Se ne sono andati in pratica assieme, a distanza di una manciata di giorni, Giovanna e Giovanni Clemente, dopo una vita trascorsa fianco a fianco, anche dietro il bancone e tra i tavoli della trattoria Al Commercio di Pieris. L’allora giovane coppia l’aveva rilevata e riaperta nel dicembre del 1953, quando l’Italia e anche la Bisiacaria stavano riemergendo dalle tragedie e dalla povertà della seconda guerra mondiale con entusiasmo e ottimismo.
Con passione e impegno, i Clemente hanno trasformato la locanda, affacciata su un incrocio nevralgico della viabilità regionale, soprattutto prima della comparsa dell’autostrada A4, in un locale tuttora conosciuto e apprezzato per la cucina legata al territorio e alla tradizione. Con la soddisfazione di vederlo rimanere in famiglia, perché a gestirlo ora c’è il figlio Alessandro con la moglie Franca Sponza. «Avevano tutti e due 88 anni, la mamma era quella che non aveva problemi di salute, ma è stata lei ad andarsene per prima, il 21 marzo, a causa di un ictus, avuto tre giorni prima», racconta Alessandro, che con i genitori il 13 dicembre del 2013 aveva festeggiato i 60 dell’attività e che ha assunto la guida del locale dall’inizio degli anni '80. «Il papà, che invece aveva già dei problemi cardiaci, è sembrato reagire bene, ma dopo pochi giorni ha abbandonato la presa - prosegue Alessandro -. Se ne sono andati in pratica assieme, dopo una vita in comune». Lui di Turriaco con una brillante carriera nel calcio e lei di Pieris, i Clemente “incrociarono” il loro futuro quasi per caso.
Al posto dell’attuale trattoria, c’era una locanda di paese, come aveva ricordato Giovanni in occasione del sessantesimo anniversario dell’apertura, un locale molto buio, che aveva sempre lo stesso nome. Il titolare era Luigi Cosolo, mentre in cucina c’era la moglie Genoveffa Zorzin, detta Pina, e nell’attività lavorava anche la figlia della coppia, Elodia. Il contatto con il titolare avvenne, per Giovanni, tramite un amico, una volta conclusa, o quasi, la carriera di calciatore. «Il figlio di Luigi, Nino, si informò su chi fossi - aveva aggiunto Giovanni -, perché allora gli affari si facevano di persona».
Giovanni e Giovanna, che si mise in cucina, partirono con «600 lire di piatti e pignate». «Erano anni in cui si arrivava a ordinare e consumare 1.350 quintali di vino in 12 mesi», aveva sottolineato Giovanni. La capacità dei titolari permise di affiancare all’attività di ristorazione quella alberghiera. «Abbiamo iniziato a prendere i triestini - aveva ricordato ancora Giovanni - e la domenica non c’era posto». I legami creati nella carriera di calciatore dal figlio Alessandro, giocatore della Triestina dal '76 all'82, fecero transitare dal Commercio molte squadre di serie A. Anche Maradona nel '91, con il Napoli vincitore dello scudetto.
L’attività negli anni ha dovuto fare i conti prima con l’apertura dell'autostrada, come raccontava Giovanni, che spostò una consistente fetta di traffico lungo l’asse Trieste-Venezia e poi con i rapidi cambiamenti delle abitudini. Il non aver però tradito il legame con il territorio, con le sue tradizioni, e l’attenzione alla qualità ha consentito alla famiglia Clemente di continuare la propria storia.
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