Addio al giudice Laura Barresi, trent’anni in aula a Trieste: «Una perdita che lascia annichiliti»

TRIESTE Un magistrato impeccabile e una donna empatica, corretta, vivace. Una di quelle persone che, nella vita come sul lavoro, hanno la naturale predisposizione al confronto sereno e riescono a rendere le cose semplici, armoniose. Chi la conosceva, la descrive così, Laura Barresi, giudice della Sezione penale del Tribunale di Trieste, scomparsa a 59 anni nella notte tra lunedì e martedì dopo una grave malattia, lasciando un vuoto pesante nel mondo giudiziario triestino, che ieri l’ha ricordata con stima e commozione.
Perché Barresi, per citare le parole usate dal presidente del Tribunale Piervalerio Reinotti ieri mattina durante un momento di commemorazione al Palazzo di giustizia, era una mujer vertical: retta, decisa e forte, ma animata da quella forza che non ha bisogno di toni accesi e arroganza per espletare la propria funzione, ma che, al contrario, si veste di grazia.
Triestina, classe 1962, giovane studentessa del liceo classico Dante e poi della facoltà di Giurisprudenza, Laura Barresi ha avuto una carriera importante e variegata, come pubblico ministero, giudice della Sezione penale e Gip, bloccata dalla malattia, scoperta lo scorso autunno. Una malattia rivelatasi grave sin dall’inizio e che in pochi mesi l’ha strappata al lavoro e agli affetti, a partire da quello del marito Carlo Pacileo, dipendente Fincantieri. Oltre al dolore dei familiari, quello dei tanti amici e colleghi che in questi anni hanno condiviso con lei gli uffici e le aule del Palazzo di Foro Ulpiano.
Una storia professionale lunga, quella di Barresi, che tra gli anni Novanta e il 2002 aveva lavorato come magistrato requirente, prima in Pretura e poi come sostituto procuratore nella Procura della Repubblica di Trieste.
«Ottimo magistrato - commenta il procuratore Antonio De Nicolo –: anche nella funzione requirente, era sempre preparata, spigliata, grintosa. In tanti abbiamo condiviso un lungo tratto di vita giudiziaria insieme a lei, ed è una perdita che lascia annichiliti».
Dopo l’esperienza in Procura, vent’anni in Tribunale, prestando servizio come giudice della Sezione penale e successivamente nella Sezione Gip e Gup, presieduta da Luigi Dainotti, cui la legava un solido rapporto professionale e di amicizia. Negli ultimi tempi Barresi era infine tornata al ruolo di giudice dibattimentale.
«Ha sempre dimostrato di saper passare con disinvoltura dal dibattimento al Gip e viceversa, ricoprendo funzioni ben diverse, ma sempre con grande capacità e professionalità, dando il meglio di sé - ricorda Raffaele Morvay, già presidente dei Gip e successivamente del Tribunale civile -. Per tutti noi è un grande dolore, perché Laura era un’ottima professionista e una bella persona, molto attaccata al proprio lavoro, che ha svolto con riservatezza ed eleganza, nei toni e nei modi. Non rammento una singola lamentela nei suoi confronti, da parte dei colleghi, degli avvocati o dell’utenza».
Parole che ricalcano quelle di un altro presidente della Sezione Gip e Gup del Tribunale di Trieste, Guido Patriarchi, che la descrive come una «persona squisita, sempre disponibile, piacevole, vivace. Dal punto di vista professionale, un ottimo magistrato, che ha seguito casi importanti, delicati: una sicurezza. Con lei si lavorava in modo sereno, proficuo, ci si confrontava in armonia. La perdita è gravissima». —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo