Emergenza caldo, l’appello del vescovo di Gorizia Redaelli: «Ventilatori per i detenuti»

Nelle chiese viene proposta la colletta, in accordo con il direttore del carcere. Al via un progetto Interreg a cavallo del confine sull’adattamento delle aree urbane

Laura Blasich
Un’immagine del carcere di Gorizia (archivio Bumbaca)
Un’immagine del carcere di Gorizia (archivio Bumbaca)

Nelle chiese della diocesi sarà proposta ai fedeli una colletta per acquistare e regalare dei ventilatori ai detenuti e al personale del carcere di via Barzellini, dove persiste una situazione di sovraffollamento (80 accolti contro una capienza di 53 detenuti, l’ultimo dato reso disponibile ad aprile dall’Associazione italiana giovani avvocati di Gorizia) e il gran caldo di questi giorni ha messo a dura prova tutti.

Le temperature record toccate a partire da mercoledì hanno creato situazioni di particolare disagio per quanti non hanno la possibilità di poter usufruire di condizionatori e ventilatori. E tra queste ci sono anche i detenuti e del personale del carcere circondariale di Gorizia. L’arcivescovo Carlo Redaelli ha quindi lanciato l’invito alle comunità della diocesi a spendersi in un gesto di attenzione in accordo con il cappellano e la direzione del carcere. In tutte le chiese della diocesi verrà quindi proposta ai fedeli una colletta per acquistare e regalare ai detenuti e al personale del carcere di Gorizia alcuni ventilatori.

Un nuovo progetto Interreg tra Friuli Venezia Giulia e Slovenia punta però a individuare azioni che escano dal contesto dell’emergenza e che siano invece di più ampio respiro e strutturali per fare fronte a fenomeni non più sporadici. Si tratta di Heatlands Adapt che sarà avviato il 14 luglio, alle 9.15, negli spazi del Centro Eda a Nova Gorica. Il progetto, cofinanziato dal Programma Interreg Italia-Slovenia per il periodo 2021–2027, affronta, e lo fa a cavallo del confine, una delle principali sfide climatiche del nostro tempo: l’effetto delle isole di calore urbane e lo stress termico, che mettono a rischio la salute dei cittadini nelle aree urbane.

Obiettivi e risultati principali del progetto sono quindi l’identificazione delle aree urbane vulnerabili attraverso un modello matematico e proiezioni climatiche e la creazione di un sistema transfrontaliero unificato di allerta per le ondate di calore. Si punta anche a sviluppare un piano d’azione transfrontaliero per aumentare la resilienza dell’ambiente costruito, cioé la capacità di reazione e adattamento agli eventi estremi, in questo caso legati all’aumento delle temperature. Tra gli obiettivi c’è infine la creazione di una biblioteca digitale online per lo scambio di buone pratiche e conoscenze, che includerà soluzioni sia tradizionali sia innovative.

Il progetto riunisce sei partner dei due Paesi: la Goriška lokalna energetska agencija di Nova Gorica, capofila dell’iniziativa, l’Agenzia per l’energia del Friuli Venezia Giulia, l’Agencija Republike Slovenije za okolje, l’Arpa Fvg, lo sloveno Centro delle tecnologie verdi – Ricerca e Sviluppo e Strategy Innovation srl. Il progetto è sostenuto anche da una rete di partner associati, tra cui Comune di Nova Gorica, Comune di Gorizia, Comune di Ajdovščina, Comune di Udine, Comune di Renče-Vogrsko, Città di Lignano Sabbiadoro, Città di Pordenone, e l’Associazione intercomunale dei ciechi e degli ipovedenti di Nova Gorica. —

Argomenti:cronaca

Riproduzione riservata © Il Piccolo