L’addio di Garritani apre in FdI la caccia a un nuovo “frontman” per Monfalcone
Il saluto della senatrice Tubetti: «Ha fatto un passo di lato per far crescere altri». Da sinistra Bullian stuzzica: «Chi amministra senza autonomia, alla fine lascia»

Una decisione maturata soltanto negli ultimi giorni, ma ponderata, netta, irrevocabile. Delineata quando già la senatrice Francesca Tubetti azzardava la riconferma di tutta la squadra uscente. In un “copia e incolla”, logico e naturale, dei consiglieri e dell’esponente dell’esecutivo sulla nuova lista di Fratelli d’Italia, con orizzonte il voto a primavera. E invece. Invece Antonio Garritani, il volto-simbolo del partito, per anni leale e affidabile numero due di Anna Cisint, ora reggente del Municipio (anche se l’ufficio di rappresentanza l’ha mantenuto l’eurodeputata) accarezzava la sua exit strategy.
Nessuna ricandidatura
Pochissimi, nel senso che si contano forse sulle dita di una mano, quelli che sapevano in anticipo di questa risoluzione. Che rende Garritani uomo libero da impegni politici e amministrativi a partire dalla proclamazione dei nuovi eletti in Consiglio. Porterà a termine infatti il mandato da vicesindaco reggente, ma non si ricandiderà. Di certo non alle amministrative monfalconesi. Per il resto, il futuro è nel grembo di Giove. E pertanto c’è anche chi lo vede proiettato candidato sindaco a Ronchi dei Legionari, dove risiede con la famiglia, nel 2027. Oppure lo immagina un ottimo papabile per le grand retour, il grande ritorno, delle Province. Figura spendibile in ragione del suo vissuto professionale (è colonnello in congedo dell’Arma) e dell’ormai pluriennale esperienza amministrativa a Monfalcone, un comune ostico, di non banale gestione. Difatti, in caso di vittoria, per la coalizione di centrodestra (e la stessa FdI) sarà un duro colpo assorbire tale vuoto.
I possibili sostituti
Possibili sostituti Luca Zorzenon e Denis Sartor? Chissà. Intanto, tra chi era al corrente della notizia, figura senz’altro Tubetti, che l’ha appresa 24 ore prima dell’ufficialità. La senatrice, ieri in commissione a Roma, spende parole di apprezzamento per l’uomo-simbolo dei patrioti. La lettura: ha deciso di stare fermo un turno per consentire a qualcun altro di “crescere”. Questa almeno è la spiegazione della coordinatrice provinciale. Garritani, nella sua lunga lettera, non ne ha fatto cenno. «La capacità di fare un passo di lato per lasciar crescere gli altri è una caratteristica rara – afferma la senatrice di Fogliano – che dimostra quanto Antonio sia una persona degna di rispetto e stima. FdI non può che essergli grato della disponibilità dimostrata in questi anni e per quella che ancora darà nei prossimi». Non finisce qui, insomma. E comunque, della scelta, «il vicesindaco ci aveva parlato, e l’aveva con noi condivisa», puntualizza sempre Tubetti. En passant, ieri a Roma i segretari regionali dei partiti di centrodestra hanno trovato la quadra sui candidati di Pordenone (Alessandro Basso) e Monfalcone (Luca Fasan).
Voto possibile: il 13 aprile
Pare si debba quindi archiviare lo slittamento della possibile data delle urne: si dovrebbe votare il 13 aprile, giornata internazionale del bacio. Anche Garritani è “salvo” e ha meno giorni da sgobbare. Sul suo dietro front interviene però pure Enrico Bullian, consigliere regionale del Patto: «Un mese fa avevo già detto che “il vicesindaco è il più rasserenato di tutti dall’anticipazione della finestra elettorale”, aggiungendo l’ipotesi che “stia contando i giorni che mancano alla fine” della reggenza. E così è stato e siamo al suo annuncio di ritiro». «Se Cisint dichiara di sentirsi addolorata – continua – è bene invece che la cittadinanza rifletta sui motivi che possono aver portato un suo già consigliere, assessore e vicesindaco a una così clamorosa rinuncia. La scelta di Garritani è la lineare conclusione di un percorso: chi amministra senza una vera autonomia, di fatto, prima o poi lascia. I cittadini devono comprendere che non si può fare il sindaco per interposta persona, come vorrebbe Cisint, tanto meno a Monfalcone. Lei, pur optando per il ruolo di eurodeputata con le dimissioni da sindaca a neanche metà mandato, circostanza che la porta a essere a Bruxelles o Strasburgo molti giorni al mese, vorrebbe essere ancora la sindaca del “vado, ma resto”, senza averne più il tempo né la presenza politica necessaria. Gli assessori, senza effettiva autonomia, non sono all’altezza e quelli più strutturati sono già stati destituiti negli anni: così la città va a sbattere».
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