Aereo senza benzina precipitò a Turriaco: assolto il pilota

L’atterraggio di fortuna cinque anni fa. I tre passeggeri ne uscirono illesi. Riconosciuta l’abilità di Claudio Pugliese
Di Franco Femia
Altran Turriaco-aereo precipitato
Altran Turriaco-aereo precipitato

RONCHI DEL LEGIONARI. Nessuna colpa va addebitata al pilota per lo schianto del Cirrus SR22 avvenuto cinque anni fa mentre era in fase di atterraggio all’aeroporto di Ronchi dei Legionari. Il perito del pm ha fatto presente al processo che il velivolo era precipitato perché era rimasto senza benzina per un errore di calcolo non attribuibile al pilota. Una perizia che ha convinto tutti sull’innocenza di Claudio Pugliese, di 62 anni, residente a Venezia Castello 3363. Il collegio dei giudici del tribunale di Gorizia lo ha assolto dall’accusa di disastro aereo colposo accogliendo le richieste sia del pm Enrico pavone che del difensore avvocato Giorgio Destro del foro di Padova. Le parti offese - i tre passeggeri del Cirrus - prima dell’udienza avevano ritirato la costituzione di parte civile.

D’altra parte subito dopo l’incidente gli stessi passeggeri avevano riconosciuto che dovevano la loro vita all’abilità di Pugliese che, trovatosi con il motore bloccato, era riuscito a planare con l’aereo, evitando i pali dell’alta tensione, e finendo la corsa sulla traccia di sentiero di discesa degli aerei, nel comune di Turriaco, a un chilometro circa dalla pista di atterraggio dell’aeroporto. Nello schianto con il terreno rimasero feriti il pilota (frattura di una gamba), i passeggeri Roberto Marcon di Padova (3 giorni), il proprietario dell’aereo Cesare Pertile, assicuratore di Castelfranco Veneto (trauma facciale, 8 giorni) e l’imprenditore di Castelfranco Veneto Franco Bianco (15 giorni).

L’incidente avvenne la sera del 10 novembre di 5 anni fa. L’aereo, un monomotore di proprietà della Mape Immobiliare srl di Castelfranco Veneto, era partito da Bari e doveva atterrare a Padova. Il maltempo presente sulla città patavina lo aveva costretto a puntare su Tessera. Ma anche lo scalo veneziano era off limits per la scarsa visibilità, quindi il Cirrus aveva prolungato il viaggio in direzione di Ronchi dei Legionari. Contattata la torre di controllo, il pilota aveva iniziato la manovra di atterraggio quando a un chilometro dalla pista il motore si è immediatamente spento per mancanza di benzina ed è finito in picchiata ai bordi di un campo. Un atterraggio reso meno traumatico dalla perizia del pilota, ma anche dal fatto che il Cirrus è dotato di un paracadute che serve proprio per attenuare la discesa in caso di emergenza. Immediati i soccorsi portati per prima da due abitanti del luogo e poi dai vigili del fuoco dell’aeroporto, 118 e forze dell’ordine.

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