Aggressione in osteria, tre all’ospedale

Pugni, calci, bottiglie e bicchieri gettati. Questo è successo nella notte tra venerdì e sabato alla Stalletta, la popolare trattoria di San Giacomo. È stato un vero e proprio assalto messo a segno, secondo quanto riferito dalle vittime, da un “commando” formato da quattro uomini e una donna.
Feriti il titolare del locale Arles Musto, la moglie Alessandra Zacché e il cameriere Riccardo Altin. Le immagini dei loro volti sono più che eloquenti. Racconta il ristoratore: «È stata sicuramente una brutta esperienza. Non ho mai assistito a una simile violenza».
Arles Musto - che ieri ha sporto denuncia in Questura - ha riportato lesioni fortunatamente non gravi. Ematomi e traumi al volto e sul corpo. Sulle indagini da parte degli investigatori della polizia viene mantenuto il massimo riserbo. Dice ancora Arles Musto: «Nel locale quando i cinque sono entrati, c’erano ancora alcuni clienti che avevano appena finito di cenare. Ripeto: sono stati brutti momenti». È stato come un incubo: la moglie Alessandra, nel tentativo di ripararsi dalla furia degli assalitori ha addirittura subito un trauma al rachide cervicale.
In un post su Facebook il ristoratore ricorda: «All'inizio avrei voluto rispondere ai colpi con colpi ancora più forti, ma era la rabbia a parlare. Poi guardando mia moglie ho capito che avrei fatto il loro gioco e avrei messo in pericolo ancora di più la sua e la mia vita. Mentre venivo pestato a calci e pugni a terra, abbracciata a me, c'era mia moglie che cercava di proteggermi»
La vicenda - secondo la ricostruzione dell’esercente - ha avuto un prologo sul quale sono in corso accertamenti e verifiche da parte della polizia. Spiega infatti Arles Musto: «Da qualche tempo nel mio locale sparivano i bicchieri che utilizziamo per il vino. Ogni giorno qualche pezzo. Così ci siamo accorti che a prendersi i bicchieri era un dipendente di un locale che si trova in via dell’Industria. Mi pare che si chiami Riccardo. L’altra sera erano spariti due bicchieri dopo che quell’uomo era passato da qui e così sono andato in quel locale per protestare e farmeli ridare».
È a quel punto che, sempre secondo il racconto dell’uomo, ci sarebbe stato il primo contatto: i due si sono spintonati e sono volate parole grosse. Alla fine Musto è tornato nel suo locale con i bicchieri recuperati.
Incidente chiuso? Neanche per sogno. Perché dopo due ore c’è stata quella che si può tranquillamente definire una spedizione punitiva. Racconta ancora turbato il titolare della Stalletta: «Erano in cinque tra cui una donna. Sono entrati attraverso le due porte del locale. E poi si sono scatenati. Hanno cominciato a lanciare bicchieri e bottiglie spaccando tutto. Un disastro. Quel giovane (ndr, Riccardo) si è scagliato contro di me. Mi ha detto che lo faceva per i bicchieri di vino. Gli altri hanno fatto il resto. Per fortuna gli ultimi clienti se ne sono andati in tempo. Mia moglie è finita sul pavimento nel tentativo di proteggermi. Anche il dipendente le ha prese di santa ragione. È stata una scena da Arancia meccanica. Lo ammetto: ho avuto paura. Appena ho potuto sono scappato. Perché non c’era altro da fare. Poi finalmente è arrivata la polizia. Ma gli aggressori ormai se n’erano andati». Ricorda poi un particolare che gli è stato riferito. «I componenti del “commando” si sono poi cambiati la maglietta per non essere riconosciuti dai testimoni. Questo vuol dire - conclude - che la loro è stata un’azione preordinata, decisa. Volevano darmi una lezione».
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