Al ciclone Morelli sta stretto il Teatro Verdi Lo psichiatra in strada consola i 300 esclusi

l’evento«Come se fossimo a un grande concerto» ha commentato più di qualcuno osservando l’afflusso, via via crescente fino a raggiungere via Diaz, di una folla che si era formata, ben prima dell’apert...
Bumbaca Gorizia 14_11_2018 Teatro Verdi, Raffaele Morelli festival Alienazioni © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 14_11_2018 Teatro Verdi, Raffaele Morelli festival Alienazioni © Fotografia di Pierluigi Bumbaca

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ome se fossimo a un grande concerto» ha commentato più di qualcuno osservando l’afflusso, via via crescente fino a raggiungere via Diaz, di una folla che si era formata, ben prima dell’apertura del teatro Verdi, prevista per le 20, per la conferenza di Raffaele Morelli: «Seguire il proprio destino (Diventa ciò che sei)». D’accordo che l’organizzazione, Gorizia spettacoli, di richieste di informazioni per assistere all’evento (che rientrava nella prima edizione del suo festival, AlienAzioni) ne aveva ricevute parecchie ma un successo così è andato oltre ogni aspettativa più rosea. Se il Verdi di posti a sedere ne ha 680, sarebbero state necessarie altre 300 sedie.

Accontentare tutti è stato impossibile, con rammarico dello stesso Morelli che avrebbe voluto far salire sul palco, per assistere alla sua conferenza, chi non poteva più entrare in platea o nelle gallerie perché il teatro era ormai andato esaurito. L’applicazione delle misure di sorveglianza, tuttavia, ha impedito che la sua richiesta venisse accolta. Allora, lo psichiatra, volto noto della Tv, direttore di Riza Psicosomatica e da tre giorni nelle librerie con “Il meglio deve ancora arrivare” (edito da Mondadori), fuori dal teatro ha raggiunto i suoi ammiratori che non potevano seguirlo all’interno per incontrarli ed esporre loro, in pochi minuti, una sintesi del suo pensiero.

Del resto, anche sul palco non si è risparmiato, dando tutto se stesso. In due ore e mezza, con continui riferimenti ai maestri del taoismo, al pensiero greco e romano nonché a Jung, Bachelard, Hillman (ma tra i tanti ha parlato, per esempio, anche di Goethe e di Rilke), ha esposto la sua visone della psicoterapia interagendo con il pubblico oltre che con il giornalista Alex Pessotto, che ha voluto al suo fianco per qualche domanda. Il grado di coinvolgimento è stato massimo: nessun cenno di noia, nessun calo di tensione. Del resto, Morelli è stato assai disponibile anche nell’incontrare i suoi lettori, scendendo dal palco, a evento terminato per firmare le copie del suo libro. La sua tappa goriziana – una rarità, in quanto il numero di conferenze che tiene in un anno non raggiunge le dita di una mano – era cominciata invece in municipio, per un breve incontro con il sindaco Rodolfo Ziberna e con l’assessore Fabrizio Oreti, che l’hanno omaggiato di un’incisione di Franco Dugo. Oreti ha anche aperto l’incontro sottolineando “il bisogno che Gorizia aveva, nel 40.mo anno della legge 180, quella della riforma basagliana, partita da qui, di un festival come AlienAzioni” e la volontà del Comune che questo festival (sostenuto dalla Regione, Fondazione Carigo, Camera di Commercio e Azienda Sanitaria oltre che, appunto, dallo stesso Comune, che ne ha sposato l’idea dal primo minuto) diventi un appuntamento annuale.

Volontà, questa, che non potrebbe non trovare d’accordo il presidente di Gorizia Spettacoli, Mauro Fontanini, giustamente felice del trionfo di pubblico e pure lui sul palco con Oreti a introdurre la conferenza di Morelli. Insomma, per prendere a prestito il titolo dell’ultimo libro dello psichiatra, se il meglio deve ancora arrivare, AlienAzioni avrà un futuro certo. —

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