Alcatel, confermati i 250 tagli

Nessun cambio nei programmi. Alcatel-Lucent non fa marcia indietro nella scelta di delocalizzare parte delle lavorazioni in Romania, che comporta il taglio di circa 250 lavoratori interinali nello stabilimento di Trieste e la chiusura dei siti produttivi di Bari e Battipaglia.
I rappresentanti italiani del gruppo hanno ribadito ieri queste posizioni nell’incontro al ministero dello Sviluppo economico, al quale hanno preso parte anche l’assessore comunale Fabio Omero e un funzionario della Direzione regionale del lavoro.
«Da parte di Alcatel - precisa Omero - non c’è stata nessuna apertura, neanche quando ho prospettato la disponibilità di un imprenditore della regione, con cui il sindaco Cosolini ha una serie di colloqui, a svolgere la parte della produzione che l’azienda intende delocalizzare».
Immutati anche i tempi previsti per lo spostamento in Romania: l’avvio fra settembre e ottobre (anche se Alcatel-Lucente avrebbe voluto anticiparli), con la conclusione dell’operazione nei primi sei mesi del prossimo anno.
Quello di Trieste, è stato detto nella riunione, continua ad essere uno stabilimento strategico di Alcatel-Lucent, in cui però rimarranno solo i 220 dipendenti a tempo indeterminato impegnati nella progettazione e nelle fasi di finitura.
«Per le lavorazioni intermedie - precisa Omero - l’azienda ha spiegato di doversi rivolgere a grandi aziende, le uniche in grado di soddisfare un certo tipo di richiesta. Ha così scelto di affidare queste lavorazioni agli stabilimenti che due multinazionali hanno in Romania».
In questi mesi, intanto, il lavoro allo stabilimento triestino non manca. Anzi, negli ultimi tempi è stata assunta una trentina di lavoratori interinali, che però in autunno vedranno chiudersi il rapporto di lavoro, al pari degli altri 340 che vi operano da tempo.
(gi. pa.)
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