Aliquote Imu, il via libera arriva solo all’alba

Ore 4.43 di ieri mattina: è quasi l’alba quando il Consiglio comunale arriva al voto sulla delibera che definisce le aliquote Imu nel Comune di Trieste. Un minuto più tardi, la votazione sull’immediata esecutività del provvedimento, prima del rompete le righe attorno alle 5. I tabulati certificano così l’epilogo dell’estenuante maratona consiliare sulla nuova imposta sulla casa, iniziata lunedì sera e poi sospesa nella notte per proseguire la serata successiva e concludersi - affrontati ben 837 emendamenti, di cui 798 del Pdl - addirittura nella primissima mattinata di ieri. L’esito: delibera sulle aliquote approvata, con la maggioranza favorevolmente compatta per 23 “sì” (sindaco, Pd con le uniche assenze di Lepore e Toncelli, Sel, Idv, FdS, Trieste Cambia, Cittadini) e i soli 8 “no” dei “reduci” dell’opposizione (i pidiellini Bertoli, Bucci, Camber, Giacomelli e il “mimetico” Rovis, Lobianco del Fli e i “grillini” Menis e Patuanelli). Via libera anche al documento sull’esecutività, con 25 favorevoli e la contrarietà dei soli Pdl e Fli. Tra assenze e uscite anticipate, le forze politiche che non hanno preso parte al voto: Lega Nord, Un’Altra Trieste, Lista Dipiazza e pure il Gruppo misto dell’unico componente Roberto Antonione.
Ratificate, dunque, le aliquote in vigore a Trieste: 3,9 per mille sulla prima casa, 5,8 per mille sugli immobili Ater, 6,5 su quelli concessi in locazione a canone agevolato, 1 per mille sugli immobili strumentali all’uso agricolo e infine 9,7 sulle seconde case e tutte le altre tipologie, inclusi i locali d’affari. In attesa di novità da Roma sulla rateizzazione del pagamento dell’imposta sull’abitazione principale, «l’acconto di giugno - spiega Vincenzo Di Maggio, direttore del Servizio Finanziario e tributi del Comune - si pagherà con le aliquote al 4 per mille sulla prima casa e al 7,6 per mille per le altre specifiche. A dicembre, il saldo sarà effettuato con le aliquote definite dal Comune».
E se il Pdl attacca l’amministrazione Cosolini e brinda all’approvazione di alcuni ordini del giorno (come riferimo nell’articolo qui sotto), il sindaco risponde alle frecciate: «La quantità di servizi erogati dal Comune di Trieste è imparagonabile rispetto ad Udine. Basti citare l’esempio dei ricreatori comunali e delle scuole dell’infanzia, che nella nostra città sono gestite dal Comune e non dallo Stato - dice Roberto Cosolini -, per capire le differenze di spesa e le differenti necessità della nostra città».
Così Marino Sossi, capogruppo del Sel: «Posto che l’Imu è una materia in continua evoluzione a Roma, l’intendimento del Comune, e su questo si è trovata la quadratura anche con l’opposizione, è quello di riverificare la situazione alla luce delle entrate e vedere poi quali spese potranno essere contenute e abbattute nel bilancio. L’obiettivo è di ridurre le tasse per la gente che non ce la fa più, mantenendo i servizi. Il Comune è costretto ad applicare l’Imu per legge anche se con un po’ di scoramento...». Sempre nella maggioranza di centrosinistra, graffia Roberto Decarli (Trieste Cambia): «Il risultato era scontato e l’opposizione ha tentato la sua prima prova di forza come tale. Alla fine, però, sono rimasti in aula in 8 su 16. Il Pdl - aggiunge Decarli - ha proposto un ostruzionismo becero, con i suoi 800 emendamenti. Avrebbero dovuto essere più responsabili e hanno dimostrato alla fine che non esiste un’opposizione».
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