Allenatore arrestato, Gibelli: serve una strategia per evitare che accada

Una campagna preventiva affinché episodi simili non si verifichino più. È la proposta lanciata dall’assessore regionale allo Sport Tiziana Gibelli, a poche ore dalla vicenda che ha coinvolto l’allenatore di una delle squadre giovanili della società di calcio San Luigi di Trieste, arrestato con l’accusa di aver abusato sessualmente di alcuni minori di 14 anni.
«Faccio fatica a trovare parole giuste da dire, in questo momento avverto una rabbia impotente al pensiero che esistono ancora casi simili e che non ci sia stato modo di monitorarli - dichiara Gibelli -. Mi rendo conto che non vadano criminalizzate né le famiglie, né la scuola, né la società sportiva per non essersi accorti di quanto stava avvenendo. Ma mi pare evidente che occorre investire energie in una strategia preventiva molto più intensa e capillare di quella che è stata seguita finora, per mettere questi ragazzi in guardia. È l’unica soluzione che mi venga in mente». Secondo l’assessore regionale, la salvezza passa dunque da una maggior consapevolezza, che andrebbe irrobustita nell’ambiente domestico, in quelli scolastici e sportivi. E per rendere concreto questo passaggio, immagina la promozione di un’intensa campagna di sensibilizzazione che, a partire dallo Stato, arrivi alle Regioni e, attraverso il Coni, raggiunga anche la più piccola società sportiva. «Dobbiamo smettere di ritrovarci a riflettere su quanto si sarebbe potuto fare una volta che ormai è tardi», conclude Gibelli.
Secondo Giorgio Rossi, assessore allo Sport nel Comune di Trieste, il reato commesso dall’allenatore di calcio triestino, rappresenta invece un’eccezione impossibile da prevedere. «Nella nostra città ci sono numerose società sportive, in qualsiasi rione c'è un campo da calcio – spiega Rossi -. Questo significa che ci sono migliaia di ragazzini che giocano. E una situazione come quella che si è verificata va presa come una mosca bianca. Non credo si possa fare qualcosa in più a livello di controllo». Per quanto si possa prestare attenzione, secondo l’assessore allo Sport della giunta Dipiazza, «si tratta di sfumature che fanno parte di un contesto che chiama in causa molte figure - conclude Rossi -. Attorno a quell’ambito gravitano un sacco di persone, tra cui genitori, compagni, dirigenti sportivi, mister. Non me la sento di accusare nessuno». —
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