Anche il tram di Opicina chiede di ottenere la cittadinanza triestina

“Intervista” alle due carrozze più vecchie della linea inaugurata nel lontano 1902 e sopravvissuta fino a oggi

Il tram, che da oltre cent'anni accompagna bambini, ragazzi, adulti e anziani da Trieste a Opicina, chiede di essere riconosciuto come un cittadino triestino. Nel 1902, con l'inaugurazione, sono state messe in funzione ben otto carrozze (denominate n°1, n°2, n°3, n°4, n°5, n°6, n°7 e n°8), ed io ho avuto la fortuna di intervistare le due più vecchie, che ancor oggi possiamo incontrare, e sono la n°411 e la n°412, originariamente conosciute come n°1 e n°6.

All'inizio dell'intervista la n°6 mi ha raccontato di quando lei assieme a sua sorella (la n°1), e tutte le altre carrozze, avevano iniziato il loro "lavoro". Esse utilizzavano un sistema a cremagliera, anche denominato dai triestini "dentata". Quando le ho chiesto come funzionava questo sistema, mi ha risposto: "In modo semplice e pratico. In mezzo ai binari scorreva una specie di pettine nel quale si incastrava una ruota dentata che era posizionata sotto la mia pancia, o sotto quella di una delle mie sorelle. Nel 1928 è stata sostituita dalla funicolare perché più sicura e resistente ai grossi carichi".

Dopo che la carrozza n°6 mi ha dato queste informazioni tecniche, mi torna alla mente la canzone triestina "El tram de Opcina", e soprattutto l'incidente della carrozza n°2 del 10 ottobre 1902 citato in essa. Le ho chiesto, allora, com'è avvenuto questo misfatto. Dopo qualche sguardo colpevole le due "vecchiette" mi hanno spiegato che quell'incidente è avvenuto principalmente per colpa loro. Avevano festeggiato tutta la notte, all'epoca erano ancora giovani e piene di vita, così alla mattina erano molto stanche e a Vetta Scorcola la carrozza n°2, al posto di rallentare ed affrontare con calma la discesa, è andata giù dritta, e il risultato finale è evidente a tutti.

Allora la mia domanda è cambiata: "Come mai nel 2010 sono avvenuti addirittura quattro incidenti?" Questa volta non mi rispondono le due vecchie carrozze, prese in una conversazione sui "bei tempi", ma le nuove motrici, le n°401, n°402, n°404, n°405, n°406 e n°407. Mi hanno raccontato che dopo la grave perdita della carrozza n°403, il 28 novembre 1975, e con la conseguente demolizione della stessa perché irrecuperabile, hanno deciso di perseguire una vita sana, e di riposare la notte. Infatti negli anni seguenti non hanno subito neanche un incidente di rilievo, fino al 24 ottobre 2006, quando una carrozza (ma non mi hanno detto quale) arriva in piazza Oberdan, e al posto di fermarsi al capolinea, va dritto sulla ringhiera di fine corsa, posta sul marciapiede. Da quel momento in poi si susseguono parecchi incidenti, e mi garantiscono che sono tutti dovuti alla loro età avanzata (79 anni).

A questo punto ho domandato loro perché vogliano essere riconosciute come vere triestine, e loro mi hanno raccontato una serie di episodi che mi hanno lascito il segno. Con le lacrime agli occhi mi hanno descritto i visi tristi dei soldati che durante la prima guerra mondiale prendevano il tram per essere portati all'ospedale di Trieste. Ma poi col sorriso mi hanno parlato di momenti indimenticabili, come ad esempio, una proposta di matrimonio, fatta su una delle carrozze. Inoltre mi ha colpita il fatto che loro siano ancora felici di sentire le risate dei ragazzi che dopo scuola, prendono ogni giorno il tram per tornare a casa, da oltre cent'anni.

Da queste parole si capisce come nel 2014, si sentano in dovere di far parte, per la prima volta di Trieste: non come attrazione, ma come delle " vecchiette" che dopo tanti anni di ottimo lavoro, a causa dell'ultimo incidente avvenuto nel 2013, e la conseguente sospensione della licenza per quasi un anno, non si sentano più in grado di mantenere un servizio costante di questa portata. Preferirebbero limitarsi alle ore in cui gli studenti finiscono scuola, o durante l'estate, quando l'artrosi si fa meno sentire.

In conclusione queste carrozze si sentono ancora in dovere di portare avanti il loro servizio per la città, anche perché curiose di ascoltare gli ultimi pettegolezzi; tuttavia bisogna ricordare che sono delle vecchiette e quindi il numero attuale di corse, per loro, è davvero troppo pesante.

Greta Hrovatin

IV G liceo scientifico

Guglielmo Oberdan

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