Anche storie di fantasmi tra i muri di villa Hinke

RONCHI DEI LEGIONARI
E' difficile notarla se non si sa esattamente dove si trova. Da decenni è abbandonata, in parte crollata, dimenticata da tutti, ormai irrecuperabile. Si tratta di villa von Hinke, a Ronchi dei Legionari, una delle tante dimore storiche di cui è ricco il territorio comunale. Un po' isolata rispetto alla strada lungo la quale è stata costruita, via D'Annunzio, nel corso del tempo la vegetazione sempre più folta si è impadronita delle sue mura, avvinghiandola in una morsa che le è stata fatale. Già prima del suo inarrestabile degrado era stato l'edificio adiacente, che ospitava le scuderia, a cadere, mentre solo in un recente passato la zona è stata ripulita e messa in vendita, ma senza risultati.
A villa von Hinke sono anche legate strane storie, storie di fantasmi e di sedute spiritiche, anche se, va detto, tutte le segnalazioni che si sono susseguite nell'arco degli anni hanno rivelato solo la presenza di qualche balordo che cercava rifugio per la notte, di coppie alla ricerca di un po' di intimità o di giovincelli intenti a fumarsi una canna.
Non si conosce con estrema precisione l'anno di costruzione di questo stabile. Nelle mappe catastali datate 1826, su questa, zona, compresa la collinetta sulla quale sorge la villa, trovava posto solo una casa colonica di proprietà della famiglia udinese Valentinis. Qualche anno più tardi, e siamo al 1870, tutto questo possedimento venne acquistato da un commerciante di Trieste e forse fu proprio lui a far costruire la villa che si sviluppa su due piani, caratterizzata da ampie stanze. Proprio nelle mappe compilate dal catasto austriaco nel 1872 rivelano la presenza di un edificio dominicale attorniato da un grande giardino. Fu don Leonardo Stagni a eseguire, nel 1880, un disegno policromo nel quale si vede la villa ma senza gli alberi che, oggi, sono diventati il suo paravento. Nel 1885, ancora, tutta la zona passa nelle mani di Alessandro Senel che, pochi mesi dopo, rivende il tutto a Francesco Rocco. Nomi che dicono poco per la storia di Ronchi dei Legionari. Nel gennaio del 1891, ancora, l'intera proprietà viene acquistata da Giovanni Presel che, in città, svolge la professione di ingegnere ma che è anche geometra superiore a Lubiana. Fu lui ad apportare le modifiche che sono poi diventate i pochi resti che ancora si possono scorgere spingendoci nella ricca vegetazione. E siamo alla svolta. Arriviamo all'ottobre del 1901 quando viene esteso un atto notarile che certifica l'acquisto della villa e dei terreni da parte di Johan Evangelist von Hinke, viceammiraglio della Marina militare austriaca. Il prezzo venne fissato in 28mila corone. L'ufficiale, che aveva due figli, Margarete ed Hermann, trascorse a Ronchi dei Legionari poco più di due anni. Morì il 24 marzo del 1904, durante un viaggio a Vienna, sepolto nell'attuale cimitero di via D'Annunzio. Tutto passò per eredità alla moglie Ljuba Visin e, dopo la morte della stessa, ai nipoti del vice ammiraglio, Rodolfo e Ljubiza che, a quanto pare, sono ancora i legittimi proprietari di questa immensa zona abbandonata a se stessa. Si parlò, in passato, di trasformarla in residenza per anziani, ma anche in albergo. Ma ogni progetto naufragò sul nascere.
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