Appalti pilotati in cambio di favoriMini-cricca triestina al Genio Civile

Secondo l’Accusa, l'ingegner Nicola Salese, direttore del genio civile di Trieste, favoriva le ditte amiche e poi si faceva ristrutturare gratis la casa. È indagato per corruzione e turbativa d’asta. Sette gli indagati: 4 dipendenti pubblici e 3 impresari
Nicola Salese
Nicola Salese
TRIESTE.
Si chiama Nicola Salese, ha sessant’anni ed è l’ingegnere capo del Genio civile di Trieste. Allo stesso tempo regge anche la sede di Gorizia. Il suo nome è iscritto nel registro degli indagati per iniziativa del pm Raffaele Tito. Il magistrato da poco promosso vice responsabile della Procura di Udine gli contesta numerosi episodi di corruzione e turbativa d’asta, tutti collegati ad appalti pubblici affidati a un ristretto numero di ditte «amiche». Prima fra tutte la «Mjde srl» con sede legale a Velletri, di cui è amministratore Jonathan Lo Re, anche lui indagato per corruzione, abuso d’ufficio e turbativa d’asta. L’ingegner Salese, secondo gli inquirenti, ha ottenuto da questa ditta, dopo averle affidato numerosi incarichi, che il suo appartamento di viale Miramare fosse ristrutturato gratuitamente.


Secondo l’indagine della Guardia di Finanza oltre all’ingegner Salese è coinvolto nella stessa inchiesta - per ipotesi di corruzione, abuso d’ufficio e turbativa d’asta - anche un secondo funzionario del Genio Civile di Trieste. Si chiama Savino Majello e come l’ingenere capo, è un pubblico ufficiale. Questo ruolo, secondo l’accusa, non gli ha impedito di lavorare in nero per la «Mjde srl», redigendo progetti e relazioni tecniche che poi faceva firmare al geometra libero professionista Manrico Manzara, con studio in via Locchi 22. Sui progetti redatti, secondo la Procura, da Savino Majello, ad esempio per le ristrutturazioni degli edifici dell’Ater di via Zorutti, compariva il timbro del collega iscritto all’Ordine professionale col numero progressivo 1001. Ora Manrico Manzara è indagato per abuso d’ufficio.


Nell’inchiesta sono coinvolti anche altri pubblici ufficiali e impresari edili. Paolo Salvetti, indagato per turbativa d’asta, è l’economo della Ragioneria territoriale di Trieste che si occupava delle trattative a cui era interessata attraverso il proprio amministratore Jonathan Lo Re, la «Mjde srl».


Gli inquirenti attribuiscono un ruolo non dissimile in questo affare a Franco Bidoli, funzionario ispettivo della Ragioneria territoriale di Trieste. Per favorire la «Mjde» avrebbero invitato a partecipare alle trattative per l'assegnazione dei lavori «ditte non interessate, nè idonee, ovvero amiche della Mjde, modificando il registro di protocollo, avvertendo Jonathan Lo Re dei prezzi presentati dai concorrenti, fornendogli informazioni in tempi antecedenti agli inviti formali, così da consentirgli di presentare l’offerta migliore e economicamente più vantaggiosa».


In totale sono coinvolti a Trieste in questa indagine, prossima al traguardo, sei persone, solo due della quali non hanno il ruolo di pubblici funzionari. Jonathan Lo Re è un impresario edile, Marico Manzara un geometra libero professionista.


Nel ramo goriziano dell’indagine, avviatasi comunque a Trieste, oltre a Nicola Salese, l’ingegnere capo che regge l’ufficio isontino del Genio Civile, è incappato Domenico Bruno, titolare e amministratore della «Geomes srl», un’impresa edile con sede a Remanzacco. Gli inquirenti ritengono di aver raccolto prove sufficienti per dimostrare un’altra turbativa d’asta. E’ collegata, secondo l’accusa, al ripristino della sponda destra del torrente Judrio che fino al maggio 1915 ha segnato il confine tra il Regno d’Italia e l’Impero di Francesco Giuseppe. Doveva esser emessa in sicurezza anche la strada tra Prepotto e Podresca: l’appalto valeva 200 mila euro più l’iva. L’ingegner Salese - consigliere del Lions Club Trieste Miramare - avrebbe preso accordi con Domenico Bruno invitandolo a suggerire i prezzi ben tre mesi prima di indire la gara e spedire gli inviti alle altre imprese.


A queste «altre imprese» a erano stati concessi solo sei giorni per presentare le offerte: dal 23 marzo alle ore 12 del 30 marzo 2009. Ma non basta. L’ingegner Salese, sempre secondo l’accusa, avrebbe estromesso, senza alcun motivo logico, dall’aggiudicazione della gara l’impresa «Imprefond» che aveva presentato l’offerta più vantaggiosa. Inutile dire che l’appalto era stato assegnato alla «Geomes srl».


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