Appalto a Croce Marche, sotto accusa l’Ass

I 33 lavoratori triestini della Croce Italia Marche hanno ricevuto, la settimana scorsa, lo stipendio arretrato di dicembre. La situazione si è sbloccata dopo un incontro sindacale con i nuovi soci subentrati nella società che garantisce il servizio trasporto degli emodializzati e dei degenti per conto dell’Azienda sanitaria triestina. «È un primo passo per la regolarizzazione dei rapporti con Croce Italia Marche - sottolinea Renato Kneeipp della Cgil -. Le intenzioni dei nuovi soci sono buone, verificheremo in futuro se alle parole seguiranno i fatti come il rilancio della società a Trieste». I ritardi nel versamento delle retribuzioni si erano verificati l’anno scorso e nel 2010 e non riguardava solo i lavoratori triestini ma anche quelli di altre realtà dove Croce Italia Marche svolge l’attività come La Spezia, Parma, Pesaro e Rimini.
Ma se i rapporti sindacali sembrano tornati alla normalità, l’appalto assegnato alla Croce Italia Marche finisce sotto accusa: “imputata” l’Azienda sanitaria Triestina delle cui “inadempienze” se ne parlerà in Consiglio regionale. «Quello che è più grave - afferma Alessia Rosolen, consigliere di “Altra Trieste” - è che Croce Italia Marche opera nel territorio triestino dopo l’aggiudicazione dell’appalto nell’agosto 2011 senza ancora la firma di un contratto con l’Azienda sanitaria triestina». Su questo argomento Alessia Rosolen ha presentato un’interrogazione al presidente della Regione Renzo Tondo.
In pratica l’esponente de “Un’Altra Trieste” vuole sapere da Tondo, se al momento dell’aggiudicazione dell’appalto l’Azienda sanitaria sapeva delle difficoltà di Croce Italia Marche più volte denunciate anche dall stampa. Ma soprattutto se al momento dell’assegnazione dell’appalto l’Ass ha verificato se la società avesse tutti i requisiti per garantire un sevizio sanitario particolare come quello del trasporto degli emodializzati e se le ambulanze fossero dotate di apparecchiature mediche necessarie per adulti e minori. Per Alessia Rosolen il servizio prestato in passato da Croce Italia Marche non è sempre stato all’altezza di quanto le veniva chiesto e accusa l’Azienda sanitaria di mancato controllo. La consigliere regionale chiede poi a Tondo se non sia il caso di rivedere le politiche degli appalti in materia sanitaria e di prevedere l’inserimento della clausola sociale all’interno dei bandi gestiti dalle aziende sanitarie «per tutelare i lavoratori e prevenire situazioni analoghe a quella vissuta dai lavoratori di Croce Italia Marche». (fe.vi.)
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