Uno studio sulla ciclomobilità a Gorizia per favorire il turismo sostenibile

L’azione pilota da 1,7 milioni vede tra i partner il GectGo che potrà contare su 343 mila euro

Alex Pessotto
La riunione a Gorizia (Tibaldi)
La riunione a Gorizia (Tibaldi)

Come valutare l’offerta infrastrutturale del territorio, specie per quanto riguarda le piste ciclabili? E, soprattutto, come migliorarla? È da questi interrogativi che è partito il progetto europeo BorderLabs Ce: di 1,7 milioni di euro è il suo valore complessivo, mentre il budget a disposizione del Gect Go, partner dell’iniziativa, è di 343 mila euro. Capofila, invece, è il Ministero statale dello Sviluppo regionale della Sassonia.

Come migliorare l’offerta infrastrutturale di Gorizia? Il progetto BorderLabs Ce

Di sicuro, il Gruppo europeo di cooperazione territoriale è in buona compagnia dato che, quali partner, ci sono anche realtà di Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca, Germania (la città di Francoforte) e Austria. Peraltro, la Regione e l’ufficio per la Promozione della transizione verde del Ministero sloveno dell’Ambiente, del clima e dell’energia saranno coinvolti in qualità di partner associati, contribuendo ai lavori con le loro conoscenze e competenze.

Fondamentalmente, si tratta di uno studio incentrato sulle disponibilità presenti in area transfrontaliera nel settore cicloturistico. Ebbene, quanto, questa offerta, trova l’apprezzamento di fruitori e visitatori? E di visitatori, in questo periodo, Gorizia, Nova Gorica e i comuni vicini, grazie alla Capitale europea della Cultura, ne stanno avendo davvero molti. Ma i risultati della ricerca intendono ovviamente portare benefici duraturi e, quindi, ben al di là di Go!2025.

In sintesi, «questa è un’occasione preziosa per fare il punto sulle varie progettualità relative alle ciclomobilità sviluppate nell’area transfrontaliera, valutarne punti di forza ed eventuali criticità ed elaborare una strategia per lo sviluppo futuro». È questo il commento della direttrice del Gect Go, Romina Kocina.

Sui contenuti di BorderLabs Ce è poi entrato Ivan Curzolo, esperto di progetto e già direttore del Gruppo europeo di cooperazione territoriale, che ne ha anche raccontato gli obiettivi: «incentivare la mobilità sostenibile, la pratica di un turismo lento, l’utilizzo dei mezzi pubblici e, di conseguenza, scoraggiare l’uso delle automobili».

La visibilità internazionale derivante dalla Capitale europea della Cultura non potrà far altro che generare effetti positivi per la ricerca, facendo sì che in molti la riconoscano come una cosiddetta “azione pilota”. Che, tra i suoi ulteriori propositi, ha anche quello di sviluppare il dialogo tra le istituzioni del Friuli Venezia Giulia e della Slovenia proprio in materia di infrastrutture e, sul versante sloveno, sarà Matjaž Marušič a rivestire il ruolo di coordinatore. Così, le varie fasi del progetto saranno discusse assieme a vari interlocutori durante il suo svolgimento, al fine di condividerlo il più possibile.

Sempre a quanto affermato da Curzolo, le sue risultanze verranno presentate con l’obiettivo di interessare le legislazioni in materia di pianificazione cicloturistica nazionale, regionale e locale. Ciò senza dimenticare l’installazione di contabici mobili per la raccolta dati lungo i percorsi ciclabili e non. Il tutto entro il 30 novembre 2026, quando BorderLabs Ce avrà termine. Intanto, oltre che da Curzolo, Kocina e Marušič, il progetto è stato raccontato al Go! Center di corso Verdi, dov’erano presenti l’assessore comunale a Go!2025, Patrizia Artico, il sindaco di Šempeter-Vrtojba, Milan Turk e il funzionario del Comune di Nova Gorica Erik Lasič.

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