Appartamento dell’Ass1 al Comune per i rifugiati politici

Un appartamento di 280 metri quadrati di sua proprietà ha messo a disposizione del Comune l’Azienda sanitaria per ospitare gli stranieri richiedenti asilo che continuano massicciamente ad arrivare a Trieste, dove attualmente, in gruppi di 20, 30 e anche 50 persone sono ospitati in varie residenze pubbliche ma anche private per un totale (a ieri) di 191 persone, giovani, quasi tutti maschi, provenienti quasi esclusivamente da Afghanistan e Pakistan, tranne un gruppo del Senegal di cui si occupa non il Consorzio italiano di solidarietà e non il Comune, ma direttamente la Prefettura. Il “picco” di arrivi a Trieste ha toccato nei mesi scorsi i 266 richiedenti asilo. I posti pertanto non bastano mai.
«Avevamo chiesto disponibilità di alloggi a tutti, enti pubblici, alberghi, locande, residence, campeggi, al campo Scout - afferma Laura Famulari, assessore alle Politiche sociali -, il flusso d’ingresso, così come in tutta Italia, è aumentato di 10 volte rispetto a un anno fa. Però - aggiunge Famulari - abbiamo tutti insieme fatto una grande opera di “moral suasion” sul ministero, che come è noto paga anche il “giornaliero” di ciascun richiedente asilo per circa 29 euro, affinché prendesse nota della situazione di Trieste, forse non abbastanza conosciuta: non siamo più in grado di assorbire i fuggiaschi che sbarcano sulle coste della Sicilia e poi vengono distribuiti in tutta Italia, perché da noi arrivano i profughi via terra e via porto, con la Prefettura e con l’Ics cerchiamo di far fronte ma non sappiamo davvero più dove ospitare ulteriori persone. Con l’arrivo della bella stagione le strutture a vocazione turistica messe a nostra disposizione cesseranno di collaborare, per le locande il corrispettivo pagato non è certo concorrenziale...».
La Regione, anche di fronte alle richieste del ministero di offrire ulteriori ospitalità, ha avviato con l’assessore Gianni Torrenti una ricognizione Comune per Comune. Per capire dove dirottare eventualmente i nuovi arrivi.
L’Azienda sanitaria, considerati i propri compiti socio-sanitari e la costante collaborazione col Comune, vista l’emergenza ha accettato di concedere in comodato gratuito un vasto appartamento non utilizzato. L’avrebbe dato per 6 mesi a partire da marzo ma il Comune ha chiesto di poterlo usare (vista la pressante situazione) almeno fino alla fine dell’anno, e così in questi giorni l’Ass1 ha deliberato in questo senso. (g. z.)
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