Applausi e attestati per i più meritevoli

Bumbaca Gorizia 12.03.2019 Il Piccolo in classe © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 12.03.2019 Il Piccolo in classe © Fotografia di Pierluigi Bumbaca



Negli anni sono stati circa duemila. Mica pochi. Basti pensare che solo in quest’edizione, la nona del progetto, “Il Piccolo in classe” di studenti ne ha coinvolti ben 220. A fronte di questi numeri, non meraviglia che la conclusione del laboratorio di scrittura giornalistica abbia ottenuto agevolmente il tutto esaurito all’auditorium “Biagio Marin” del liceo classico “Dante Alighieri” di Gorizia.

Nell’occasione, c’erano anche gli allievi del liceo scientifico “Duca degli Abruzzi” e dei licei delle scienze umane e economico sociale e linguistico “Scipio Slataper”. In particolare, all’auditorium erano presenti i ragazzi di undici classi terze del polo liceale goriziano, quelle, in sostanza, che sono state coinvolte dall’iniziativa: un’iniziativa ancora una volta in grado di trovare in primo luogo l’apprezzamento degli studenti, evidentemente attratti da un mestiere (quello del giornalista) che di fascino ne continua ad esercitare parecchio.

Anche per questo decisamente attenta si è dimostrata la platea quando il direttore de “Il Piccolo”, Enrico Grazioli, ha sinteticamente analizzato il ruolo e gli obiettivi che oggi deve porsi il mondo dell’informazione. «Desideriamo tentare, con questo percorso, di avvicinarvi al mondo dell’informazione e di farvi capire la sua importanza», ha affermato Grazioli, ovviamente rivolgendosi ai ragazzi, e non mancando poi di invitarli a mantenere sempre viva la curiosità: «ne raccoglierete i frutti». Con lui c’era il giornalista Leopoldo Petto, coordinatore storico dell’iniziativa e tutor nelle sue prime edizioni. Quale tutor dell’edizione 2018-2019 de “Il Piccolo in classe”, invece, è stato scelto un altro giornalista, Marco Bisiach, che all’auditorium “Biagio Marin” ha presentato l’incontro. C’erano, poi, il consigliere d’indirizzo della Fondazione Carigo Marco Braida - che si è soffermato a raccontare cos’è la cassaforte goriziana, a sua volta stimolando gli studenti alla curiosità - e il consigliere della Fondazione filantropica Ananian Omero Leiter, che ha consegnato due borse di studio: sono andate a Sharon Balanzin Tedesco (dello “Slataper”) e a Leonardo Galimberti (del “Duca degli Abruzzi”), autori di due articoli reputati particolarmente meritevoli dalla giuria chiamata a valutare gli elaborati più riusciti.

Concludendo una mattinata festosa sono stati infine consegnati ottanta attestati di partecipazione ad altrettanti studenti: molti di questi possiamo leggerli oggi, nell’inserto che suggella la fine del laboratorio. A tali ottanta studenti, “Il Piccolo” ha donato volumi vari, la Fondazione Carigo gadget e il libro di Paolo Mieli “In guerra con il passato”, mentre Coop Alleanza 3.0 altri gadget e un altro libro: “Il malinteso” di Irene Nemirovskij. Il laboratorio, infatti, è un progetto che viene realizzato in sinergia. Appunto, è il frutto di una collaborazione tra Fondazione Carigo, Coop Alleanza 3.0, Fondazione filantropica Ananian, con capofila, ovvio, Il Piccolo e il polo liceale. Per quest’ultimo, la vicaria Marzia Battistutti ha portato i saluti della dirigente scolastica, Anna Condolf, e ha affermato il successo della nona edizione del progetto, proiettandosi già a quelle future. In fondo, alla luce degli ottimi risultati che l’iniziativa ha saputo ottenere nel tempo sarebbe sciocco non ripeterla. Con una partecipazione, peraltro, che negli anni si è segnalata in crescita. E anche se forse qualcuno, non trovando oggi il proprio articolo pubblicato nell’inserto, resterà un po’ deluso, quel che conta è l’esperienza vissuta. Che resterà.

Pure per questo motivo quella di ieri al liceo classico si è rivelata una festa vera e propria, con l’immancabile foto di gruppo nel giardino del “Dante”. Del resto, applausi e sorrisi da parte degli studenti (sotto gli occhi dei loro insegnanti) si sono sprecati, quando ai più meritevoli venivano consegnati attestati, gadget e libri. Poi, certo, per sapere quanti faranno i giornalisti ci vorrebbe la sfera di cristallo. Più facile, invece, è comprendere quanti, dopo il laboratorio, hanno avvertito il fascino del mestiere: che ha colpito tutti, con buona pace di chi crede che il giornalismo, quello vero, non esista più. –

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